Con l’inizio della fase 2 il virus ha conosciuto un’evidente involuzione, ma c’è ancora scetticismo oltre oceano. L’ottimismo dei virologi italiani
I dati relativi ad un calo dell’alta carica virale del Covid-19 sono piuttosto evidenti. Nonostante la realtà ben lontana dal periodo in cui l’Italia era in piena Pandemia, tra gli esperti figurano pensieri contrapposti. Molti audaci in materia segnalano con fermezza la perdita della letalità, simbolo di una mutazione significativa del Covid-19. Altri invece preferisono non sbilanciarsi ed eludere valutazioni precipitose come in passato, convinti che il nemico non abbia affatto perso la sua pericolosità.
L’America è uno degli orizzonti più desiderati in questo periodo dal coronavirus. Gli USA sono ancora in piena pandemia e il virus viaggia a ritmi concitati. In una trasmissione televisiva statunitense, nei giorni scorsi, è apparso uno dei più importanti immunologi d’Italia con l’obiettivo di tranquillizzare la popolazione oltre oceano. Guido Silvestri però sembra essere stato preso di mira dal pubblico. L’esperto dei vaccini è stato accusato di un’eccessiva disinvoltura nel parlare di calo di contagi in un famoso talk show.
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La giustificazione del rallentamento dei contagi, spiega Silvestri è anche frutto della bravura del nostro personale medico che ha ben compreso come trattare il virus. Non a caso dunque il calo della della pandemia è coinciso anche con un numero al netto ribasso dei malati di terapia intensiva. Ma i meriti vanno soprattutto alla popolazione che ha saputo manifestare la giusta maturità di fronte ad un pericolo ultra sconosciuto. Nonostante le critiche straniere però Silvestri insinua comunque una forma di dubbio nella sua analisi. “Potremmo avere a che fare con un virus che si adatta all’ospite riducendo la patogenesi” – potrebbe essere fantascienza chiosa l’esperto. La missione principale resta comunque quella di concentrarsi sull’attuale situazione, afferrando con le pinze ogni concetto.
Sull’altra sponda del naviglio il Presidente della Società Italiana Matteo Bassetti strizza l’occhio al suo collega esperto rimarcando il tema della mutazione del covid-19. Fino a qualche settimana fa la gente non riusciva a raggiungere gli ospedali, morendo nelle proprie case. Oggi invece sembra essere entrati in una nuova dimensione della realtà, dal momento che il virus non solo ha perso lo smalto a livello di contagi ma anche la velocità di trasmissione. Ed ecco che dall’alto della sua esperienza spunta un’ipotesi tanto ottimista quanto clamorosa. I segnali di debolezza del virus potrebbero essere legati ad un futuro e improvviso spegnimento del covid-19.
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Dunque non ci sarà bisogno del vaccino, o meglio quando arriverà tra noi potrebbe non essere indispensabile.
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