La notizia è arrivata dalla Japan Sumo Association (Jsa) che specifica che la vittima del coronavirus è un giovane lottatore di sumo di soli 28 anni. Doppio triste primato per Shobushi
Tra le vittime della pandemia da coronavirus arriva in Giappone anche il primo lottatore di sumo. Lo riporta Tgcom24 spiegando che si tratta di Shobushi, nome d’arte di Kiyotaka Suetake.
Un giovane atleta di soli 28 anni, che non ce l’ha fatta a vincere la sfida più ardua che la vita gli ha messo davanti. Secondo le prime informazioni il giovane lottatore di sumo sarebbe morto per complicazioni legate alla malattia.
A parlarne direttamente dal Giappone la Japan Sumo Association (Jsa). Il lottatore non solo è la prima vittima in questa particolare categoria che vede la lotta corpo a corpo volta ad atterrare lo sfidante, ma è anche il primo morto nella fascia dei giovani compresa tra i 20 ed i 30 anni in Giappone.
Shobushi era ammalato da tempo ed era risultato positivo al Covid-19 il 10 aprile scorso.
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Coronavirus, la malattia del lottatore di sumo
Proprio il 10 aprile scorso era arrivata in Italia la notizia che anche un lottatore di sumo, il primo all’interno della federazione nazionale del Giappone, si era ammalato di coronavirus. A parlarne l’Ansa riportando le notizie della Japan Sumo Association (Jsa) che al momento non aveva rivelato null’altro sul lottatore.
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Top secret nome dell’atleta, età e altre informazioni. Dal Giappone avevano spiegato, infatti, che non sarebbero state date altre indiscrezioni se non l’appartenenza del lottatore, quella delle divisioni minori. Nessuno dei suoi compagni di allenamento, hanno poi comunicato, aveva mostrato al momento sintomi della malattia.
Una notizia quella del contagio che era arrivata all’indomani della decisione di posticipare il Gran torneo di Tokyo di almeno due settimane. Tutto fermo dunque fino al 24 maggio secondo le direttive del governo nipponico.
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L’ultima manifestazione per i match che vedono protagonisti i lottatori di sumo si è svolta ad Osaka senza la presenza del pubblico. Un’atmosfera surreale e alquanto diversa da quello a cui si era abituati. Ora dopo la morte del giovane atleta cosa si deciderà? Stop fino al 24 maggio o ancora un posticipo?