I jihadisti somali Shebab hanno smentito oggi che il proprio portavoce abbia rilasciato un’intervista a La Repubblica sul sequestro di Silvia Romano
I jihadisti somali Shebab hanno smentito oggi che il proprio portavoce abbia rilasciato un’intervista a La Repubblica sul sequestro di Silvia Romano. Una smentita clamorosa perchè se così fosse, andrebbe a mettere in difficoltà un quotidiano finanziato anche con i soldi delle tasse degli italiani. “Non c’è stata nessuna intervista del portavoce con nessun media sul caso Romano”, ha detto l’organizzazione somala al portale SomaliMemo, uno dei vari canali di comunicazione utilizzati dagli Shebab. Nell’intervista pubblicata due giorni fa da Repubblica, il portavoce Dhere aveva confermato il pagamento del riscatto per la liberazione della giovane italiana, affermando che i soldi ricevuti dall’Italia sarebbero stati spesi per finanziare la jihad.
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Intanto si indaga sulle minacce e l’attacco alla casa di Silvia Romano. Intorno a lei si sta scatenando un dibattito inatteso. Mai si era alzato un polverone tale sulla liberazione di una persona dalle mani di terroristi in un altro Continente. Nello specifico, poi, si tratta di una cooperante, mandata allo sbaraglio da una onlus in un villaggio in Kenja. Intanto Silvia ha voluto lasciare un messaggio alle tante persone che si scontrano con gli haters e gli odiatori seriali per difenderla: “Il peggio è passato, godiamoci questo momento». Lo afferma Silvia Romano in un post su Facebook. «A tutti gli amici e le amiche che mi sono stati vicini con il cuore in questo lungo tempo grazie grazie grazie. Grazie anche a chi non era un amico, ma un conoscente o uno sconosciuto e mi ha dedicato un pensiero. A tutti coloro che hanno supportato i miei genitori e mia sorella in modo così speciale e inaspettato: scoprire quanto affetto gli avete dimostrato per me è stato ed è solo motivo di gioia, sono stati forti anche grazie a voi e io sono immensamente grata per questo.
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Non vedevo l’ora di scendere da quell’aereo perché per me contava solo riabbracciare le persone più importanti della mia vita, sentire ancora il loro calore e dirgli quanto le amassi, nonostante il mio vestito».
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