Inversamente proporzionale alla diminuzione dei livelli d’inquinamento è stato l’aumento dell’effetto schiarente: tale fenomeno è stato definito effetto climatico covid.
A causa del lockdown mondiale, come ormai ben noto, le emissioni di CO2 sono drasticamente calate determinando l’abbassamento drastico dell’inquinamento atmosferico. Una circostanza che di converso, però, avrebbe fatto crescere l’effetto schiarente. Significa cioè che adesso i raggi del sole raggiungono la superficie del pianeta con maggior efficacia.
Una rilevazione non del tutto positiva che gli esperti hanno definito effetto climatico covid. In sostanza anche dove il virus aveva apportato un “beneficio” si è scoperto che avrebbe innescato un danno collaterale.
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Effetto climatico covid: diminuisce l’inquinamento ma aumenta l’effetto schiarente
Difficile a credersi, ma l’abbassamento dei livelli di inquinamento avrebbe anche dei risvolti negativi. Una migliore qualità dell’aria determinerebbe, infatti, la crescita del cosiddetto effetto schiarente cioè una maggiore illuminazione della Terra. Circostanza che seppur dal nome rassicurante nasconderebbe un’insidia non di poco conto. Ed infatti, i raggi solari raggiungerebbero con maggior facilità la Terra.
A causa dell’assenza dei gas inquinanti non vi sarebbe, dunque, alcun filtro a frapporsi tra la superficie del pianeta e gli ultravioletti. La variazione del cosiddetto aerosol atmosferico non solo agisce sui raggi e l’illuminazione ma anche sulle nuvole, le quali divengono maggiormente riflettenti e durature.
Questo in sostanza quanto dichiarato da Laura Wilcox, ricercatrice britannica dell’University of Reading, riporta la redazione di Rinnovabili.it, che ha analizzato il fenomeno. Orbene difficoltoso però diviene ora comprendere quali potrebbero essere i riverberi sui fenomeni atmosferici.
Secondo gli esperti si parla di un effetto climatico covid che potrebbe comportare un rilevante innalzamento delle temperature. Si parla di circa 4°C in più rispetto alla media a cui l’uomo è abituato. L’Asia sarebbe il continente che maggiormente potrebbe subire i nefasti effetti del fenomeno con una maggior aggressività dei fenomeni monsonici.
Laura Wilcox, riporta la redazione di Rinnovabili.it, avrebbe concluso affermando che l’aumento dei valori delle colonnine di mercurio causate dal cosiddetto effetto covid è temporaneo, pertanto il nemico numero uno dell’ambiente e dei cambiamenti climatici resta il surriscaldamento globale.
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Non bisogna perdere di vista che è questo il fattore che più gravemente potrebbe avere un impatto irrimediabilmente negativo sulla società e gli ecosistemi globali.