Il primo ministro Giuseppe Conte sul Mes, una saggia presa di posizione che riguarda un possibile aiuto nell’immediato per rilanciare l’Italia.
Il premier Giuseppe Conte fornisce un importante pensiero in merito al Mes. Si tratta del meccanismo europeo di stabilità, che il nostro Governo ha ritenuto spesso non adeguato o comunque bisognoso di importanti modifiche per poter essere in grado di sostenere le economiche degli stati membri della UE.
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L’Italia ha sempre sostenuto con forza la necessità di intraprendere nuove politiche finanziarie per impedire una crisi come quella del 2008. Crisi che è già in atto a causa dello stop di tre mesi di ogni attività a causa della epidemia che tutto il mondo ha dovuto affrontare. Conte afferma sul Mes che il nostro Paese potrebbe comunque farvi ricorso, qualora fossero raggiunte le dovute misure richieste. “È un pacchetto di aiuti dalla UE al quale affiancare in futuro i fondi del Recovery Fund. Solo che non possiamo adagiarci in attesa che arrivino i soldi pure da quest’ultimo. Per le riforme che abbiamo annunciato c’è bisogno di darci da fare subito”.
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Conte Mes, il Premier lavora per rilanciare l’Italia
Un pensiero giusto, in quanto sarebbe scriteriato negare o rifiutare una possibile fonte di aiuto a priori. Qualora il Mes venga aggiustato come necessario, l’Italia lo prenderà in considerazione. Per il bene dei suoi cittadini. Parole rilasciate al quotidiano ‘La Repubblica’, con il presidente del Consiglio che afferma: “Abbiamo annunciato il Decreto Rilancio Italia. Ci sono misure importantissime al suo interno a cui affiancheremo il Decreto Semplificazione per rilanciare il nostro Paese. Un nostro obiettivo sarà semplificare la burocrazia per favorire investimenti ed opere pubbliche. Solo così l’economia potrà ripartire”. Il Governo è più saldo che mai. “Le polemiche sappiamo chi le innesca e perché”. Con l’aiuto anche di certa stampa.
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“Ma la mia squadra è compatta e coesa e lavora con serenità. Sono molto orgoglioso di come abbiamo affrontato questa emergenza, ora à tempo di pensare agli interventi più propriamente strutturali”.