A Nembro, in provincia di Bergamo, secondo quanto analizzato dell’ospedale universitario della Charité di Berlino i morti da coronavirus potrebbero essere molti di piùù
I numeri dei morti per coronavirus potrebbero essere molto più alti rispetto a quelli dichiarati. A dirlo uno studio dell’ospedale universitario della Charité di Berlino pubblicato sul British Medical Journal. Secondo gli studiosi “i tassi di mortalità sono sicuramente elevati, ma i dati reali potrebbero essere ancora più alti se si considerassero le altre cause di mortalità”.
In breve, dunque, il numero dei morti potrebbe essere “sostanzialmente sottostimato”. Questo soprattutto in alcune aree d’Italia. Prima tra queste la città di Nembro, in provincia di Bergamo.
Qui i ricercatori hanno osservato che nel marzo 2020 ci sono stati molti più morti rispetto allo stesso periodo degli altri anni fino al 2012. Un dato normale vista l’alta mortalità che c’è stata nel corso della pandemia proprio nella provincia. Se non fosse però che solo la metà dei decessi è stata segnalata come morte confermata per Covid-19.
Ecco perché, secondo i ricercatori tedeschi, è opportuno classificare le morti in base a tutte le cause. Questo permetterebbe di avere un quadro più chiaro e completo degli effetti della pandemia sulla salute della popolazione.
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Virus, le specifiche dello studio tedesco su Nembro
Gli scienziati tedeschi hanno analizzato a fondo i dati sulla popolazione di Nembro (11.500 abitanti), con uno speciale focus sulla mortalità. Nel periodo che va dal gennaio 2012 al febbraio 2020 in media i decessi su ogni mille abitanti sono stati 10, con un massimo di 21,5 morti in alcuni mesi.
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“Nel marzo 2020 – segnalano gli esperti – la mortalità mensile per tutte le cause ha raggiunto un picco di 154,4 ogni mille persone“. In oltre precisano che le 161 morti che sono avvenute tra il 23 febbraio e il 4 aprile 2020 non ha riguardato persone con un’età inferiore di 14 anni. Quarantasette sono invece le persone morte con un’età superiore ai 75 anni nella sola settimana dell’8 marzo, 33 dei quali maschi.
“Il nostro è uno studio descrittivo, non vogliamo stabilire relazioni causali e sappiamo che alcuni dati potrebbero essere provvisori – puntualizzano gli studiosi – ma i nostri risultati sono compatibili con altri studi più ampi svolti su centinaia di città italiane, dove il tasso di mortalità è salito notevolmente durante la pandemia da Covid-19”.
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Oltre a questo però gli scienziati spiegano che la carenza dei testi e delle autopsie che non sono stati eseguiti proprio a causa delle difficoltà date dalla pandemia “potrebbero aver portato a una sottovalutazione del reale numero di decessi”.
Ecco perché secondo i tedeschi i numeri reali della pandemia possono essere compresi e analizzati al meglio “solo se si tiene conto anche della mortalità dovuta a cause diverse dal Covid-19 – concludono – considerando lo storico dell’area geografica di interesse”.