Vi sono casi di alcuni pazienti affetti da Covid-19 che “non guariscono” dato che hanno continuato a mostrare i sintomi a distanza di mesi.
È raro, ma non impossibile che il virus continui a tormentare i soggetti risultati positivi per mesi. Vi sono casi di soggetti che a distanza di numerose settimane ancora continuano a manifestare i sintomi della malattia. Tra questi vi sarebbe anche Paul Garner professore alla Liverpool School of Tropical Medicine.
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Paul Garner professore alla Liverpool School of Tropical Medicine, fa parte di quei soggetti che hanno contratto il virus e che a distanza di mesi ancora ne accusa i sintomi.
Stando a quanto riporta la redazione del The Guardian, Paul Garner intorno alla prima metà di marzo iniziò a mostrare sintomi lievi tipici del Covid-19, nello specifico tosse. Il professore non si preoccupò della circostanza non associando il fatto ad una sua possibile positività al virus. Purtroppo, però, nel giro di pochi giorni l’infezione degenerò e decise di porsi in autoisolamento. Garner riferisce di essersi sentito come fosse stato picchiato da qualcuno. Aveva riscontrato una perdita dell’olfatto, spossatezza, e malessere generalizzato. Pensò addirittura di essere prossimo alla morte.
Il caso del professore si annovera tra quelli che mostrano una particolarità del virus non di poco conto, ossia un drastico prolungamento dei sintomi e della guarigione. Ironicamente Garner definisce il decorso della sua malattia come un “calendario dell’avvento“, riporta il The Guardian. Già perché ogni volta che credeva che il peggio fosse passato, il virus tornava a tormentarlo con sintomi sempre più angustianti.
Una circostanza che a suo avviso avrebbe ingenerato frustrazione in chi come lui ha patito tale condizione. Dopo aver reso nota la sua esperienza, infatti, numerose sono state le persone che gli hanno mostrato la propria solidarietà e rappresentato di vivere proprio quella condizione di malessere.
Secondo le ultime ricerche, riporta il The Guardian, 1 paziente su 20 presenta sintomi della malattia a lungo termine. Dove per quest’ultimo lasso di tempo non si è in grado ancora di stabilire se si tratti di 2, 3 mesi o ancora di più.
Il professore, in merito a tale caratteristica del virus afferma che è paragonabile alla “febbre dengue” una patologia, sempre di origine virale che non si trasmette da uomo ad uomo, ma che a quest’ultimo giunge a seguito della puntura di una zanzara infetta. Garner riferisce che la sintomatologia costante del Covid-19 gli ricorda quella della febbre virale appena descritta.
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Stando a quanto riporta il The Guardian, circa il lungo strascico dei sintomi del coronavirus, ha parlato il professor Tim Spector del King’s College di Londra. A suo avviso ci sarebbe una ristretta cerchia di pazienti che soffrono di questi effetti a lungo termine.
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