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Fase 2, i rischi legati all’infezione

Un biologo espone le situazioni di contagio legate alla riapertura quasi totale delle attività commerciali: i luoghi più a rischio

coronavirus (Foto di Pete Linforth-Pixabay)

La Fase 2 è ormai entrata nel vivo e ogni giorno che passa vede sempre più gente riversarsi per strada. La ripresa delle attività lavorative determinerà un boom di persone e conseguenti affollamenti in diversi punti del Paese. La considerazione più errata da fare è sicuramente quella di pensare che il virus sia scomparso.

Parole forti quelle di un biologo universitario statunitense che spiega in maniera dettagliata come va intesa la fase della graduale ripresa, tenendo conto di un eventuale ritorno del Covid-19. L’aspetto sanitario va debellato del tutto se si vuol pensare di avere una ripresa economica più evidente.

Ma ad oggi dobbiamo ancora considerare il contagio come una potenziale situazione nella quale ognuno di noi può essere esposto. Affinchè avvenga è necessario che la persona ingerisca almeno un migliaio di particelle Sars-Cov-2.

La fase della respirazione prevede un incremento minimo di circa 20 particelle virali al minuto. Più pericoloso lo starnuto che rilascia una quantità maggiore di virioni a lunga gittata. I colpi di tosse possono rilasciare circa 3.000 goccioline di saliva determinando una gravità maggiore al pari di quando si parla soprattutto nei luoghi chiusi dove basterebbero 5 minuti di conversazione per contagiarsi.

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La pericolosità degli asintomatici e i luoghi più esposti al rischio

Assembramenti Milano Navigli Foto dal web

A proposito di conversazioni, gli asintomaticiprocede nel suo ragionamento il biologo statunitense -, hanno una probabilità più alta di diffondere il virus”. La mancata manifestazione dei sintomi interessa circa il 44% degli infetti, ma è determinante il loro ruolo passvio di trasmettere l’infezione. Il rilascio della carica virale in questi soggetti è praticamente certo. Basterebbero pochi istanti per determinare una manifestazione della malattia a distanza di appena cinque giorni.

Ma con le precauzioni, i dispositivi anti-contagio e il distanziamento abbiamo imparato a gestire questa condizione. Più difficile quanto importante in questo momento evitare gli affollamenti in luoghi chiusi con la ripresa delle attività lavorative. E allora vediamo quali potrebbero essere i luoghi più a rischio con la riapertura di bar e ristoranti.

Questi ultimi devono obbligatoriamente imporre la sicurezza sanitaria. “In Cina, un cittadino di Guangzhou asintomatico presente in un ristorante determinò l’infezione a 9 persone, sedute a macchia di leopardo all’interno del locale” – chiosa il biologo. Il virus molto probabilmente era stato trasportato da un tavolo all’altro grazie al flusso di aria condizionata.

Altro sorvegliato speciale, l’ufficio che implica la condizione di restare chiusi in un ambiente piuttosto ristretto dove lavorano più persone contemporaneamente. Un caso d'”ufficio” è capitato in Corea del Sud dove una persona ha esteso il contagio ad altri 100 colleghi.

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Questo ci fa capire come nonostante l’osservazione dei regolamenti, respirare ore e ore l’aria di uno stesso ambiente di lavoro o frequentazione possa scatenare l’ira del coronavirus.

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