È giunto il momento che gli esperti avevano previsto anni addietro: il Sole sta per entrare nel ciclo più debole mai registrato negli ultimi 200 anni.
Una previsione già nota da tempo quella che la Nasa oggi conferma. Il Sole, la stella madre del sistema solare, sta per entrare nel suo ciclo più debole degli ultimi 200 anni. Un record che supera anche quello dell’anno 2019 quando risultò privo delle sue caratteristiche macchie per quasi un anno.
Una notizia che quanto a riverberi sul Pianeta Terra non sarebbe da leggersi con negatività. Questo temporaneo stand-by potrebbe, infatti, apportare benefici all’ambiente ridimensionando i valori delle temperature che le attività umane, invece, tendono a far aumentare.
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Sarà il più debole degli ultimi 200 anni il nuovo ciclo che il Sole si appresta ad iniziare. Una condizione che potrebbe giovare al clima e quindi non avere catastrofici effetti come potrebbe pensarsi. Secondo gli esperti, riporta la redazione di Greenme, il Sole sta per entrare nel suo 25esimo ciclo che potrebbe avere una partenza lenta ed una rilevazione di macchie solari ben al di sotto della norma.
Ed infatti, quella che è la potenza solare viene proprio identificata in base a queste ultime che ne determinano la sua attività o meno. Nel primo caso più frequenti saranno i fenomeni come le aurore boreali. Nonché, da non sottovalutare, la consistente influenze che potrebbe avere sulle comunicazioni radio ed i segnali GPS. Ripercussioni anche sull’uomo: si registrano casi di soggetti, che a causa delle variazioni della pressione atmosferica, avrebbero accusato dei mal di testa inusuali.
Una iperattività del sole comporta altresì conseguenze sul clima. Il riscaldamento dell’atmosfera aumenta, infatti.
Ogni ciclo solare dura 11 anni, pertanto tutte le rilevazioni sono pressoché recenti. Nonostante ciò, riporta Greenme, gli esperti della Nasa sono in grado di affermare che il ciclo nel quale il sole si sta apprestando ad entrare sarà il più debole degli ultimi due secoli. Le macchie solari, in questo periodo, nel loro picco massimo misureranno dei livelli che si attestano intorno ad una diminuzione del 30-50% rispetto ai dati più recenti in loro possesso.
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Gli amanti della natura e della fotografia, però, non devono disperare. Le aurore boreali continueranno a registrarsi seppur in misura minore. A dover far sorridere, però, è che l’attività solare di questo ciclo potrebbe agire positivamente sul clima. Andrebbe, infatti, a mitigare gli effetti del surriscaldamento di cui è invece autore l’uomo.
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