A 30 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, ci sono a galla ancora tanti interrogativi. Dov’è? Chi è il colpevole? Qual è il motivo? I misteri del caso
Torna a galla il caso di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa all’età di 15 anni e mai più ritrovata. Di nuovo colpi scena, misteri, insabbiamenti, il fratello Pietro non si arrende. Insieme a lui la criminologa Roberta Bruzzone, concentra l’attenzione sulle analisi delle ossa che si trovano al cimitero Teutonico Vaticano. Ma dopo le ultime ricerche il caso sembra archiviato. Purtroppo i resti non hanno portato alle risposte sperate. La faccenda era stata riaperta la scorsa estate, quando la famiglia Orlandi chiese, attraverso una denuncia, di accedere a due tombe nel cimitero del Vaticano.
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Emanuela Orlandi, il caso misterioso
Le risposte pervenute dopo l’analisi delle ossa non soddisfano però gli Orlandi e l’avvocato di famiglia Laura Sgrò ritiene che siano necessarie nuove analisi più approfondite: “Gli accertamenti sulle ossa repertate, ben 26 sacchi, sono avvenuti l’estate scorsa e sono durati poco più di due giorni, non consecutivi – spiega – Si tratta di esami puramente visivi, che, a detta dei migliori consulenti in materia, non sono sufficienti a datare con precisione le ossa”.
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Il caso Orlandi
La ragazza aveva solo 15 anni quando è scomparsa: era il 22 giugno 1983. All’inizio poteva sembrare un comune allontanamento volontario da casa di un’adolescente, ma presto divenne uno dei casi più oscuri della storia italiana e vaticana, che coinvolse lo stesso Stato Vaticano, lo Stato Italiano, l’Istituto per le opere di religione, la Banda della Magliana, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Paesi.
La reale natura dell’evento non è mai stata definita. Ma il fratello Pietro non si arrende e le ricerche vanno avanti.