Dopo la dichiarazione di Marita Comi, moglie di Massimo Bossetti, si riaccende l’attenzione sul caso Yara. La donna ammette: “Siti porno? Ci andavo io”

Durante l’ultimo processo sull’assassinio di Yara Gambirasio davanti alla Corte d’Assise di Bergamo, il giudice ha indagato su alcune ricerche a sfondo sessuale su Internet provenienti dai pc in casa di Massimo Bossetti, l’unico accusato della vicenda. Ma Marita Comi, sua moglie, ha deciso di tutelare il marito dichiarando:”Qualche volta le facevo io, qualche volta insieme, oppure io da sola“. La donna proprio in quella sede ha ammesso di aver fatto ricerche su filmati sadomaso o su “come rimorchiare una ragazza in palestra”.
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La difesa di Massimo Bossetti

Mentre la moglie rimane tranquilla davanti al giudice e alla Corte d’Appello, Bossetti invece perde la calma e si difende: “È intollerabile, basta”. Intanto Marita Comi continua a tutelare il marito dichiarando: “Conosco mio marito, se non mi avesse detto la verità sarebbe crollato subito – ha spiegato – Se avessi avuto dubbi sulla sua innocenza lo avrei lasciato, anche per tutelare i miei figli”. Gli investigatori, intanto, hanno accertato per quelle ricerche online la data del 29 maggio 2014, circa tre mesi dopo il ritrovamento del cadavere di Yara. Sul pc di Bossetti è stata trovata un’abbondante quantità di materiale pornografico. Resta da vedere se la rivelazione di moglie potrà cambiare o anche solo spostare le carte in tavola.
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Il caso Yara
Yara Gambirasio sparì da Brembate di Sopra, dove si era recata nel centro sportivo in cui si allenava in ginnastica ritmica, il 26 novembre 2010.
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