Uno studio dell’Iss ha messo in evidenza che più del 60% dei morti sono di sesso maschile. Il 59,8% delle vittime aveva almeno tre patologie pregresse.
L’identikit delle persone decedute a causa del Coronavirus è contenuto nel report dell’Istituto superiore di sanità. L’indagine si basa su un campione di 29.692 pazienti morti e i dati sono aggiornati al 14 maggio. Questo studio dà alcune informazioni su quali sono le persone più a rischio contagio. Le donne rappresentano il 39,8% delle vittime e l’età media delle vittime è più alta di quasi vent’anni rispetto a quella dei pazienti, ferma a 62 anni. Le donne decedute hanno un’età più avanzata rispetto ai maschi, rispettivamente 85 contro 79. L’1,1% del campione, ovvero 332 vittime, era sotto i 50 anni. Di questi, 74 deceduti avevano meno di 40 anni. Sono 49 uomini e 25 donne con un’età compresa tra 0 e 39 anni.
Il 60% delle vittime presentava tre patologie pregresse
Nel caso del Covid-19 anche le patologie pregresse hanno avuto un importante ruolo. È stato possibile esaminare le cartelle cliniche di 2.848 pazienti morti e il numero medio di disturbi è di 3,2. Quasi il 60% dei deceduti ne presentava almeno tre. Prima di essere ricoverati, la maggior parte dei pazienti aveva sintomi comuni come febbre e dispnea (76% e 73%), mentre pochi di loro avevano diarrea ed emottisi (emissione di sangue in seguito a un colpo di tosse). Il sangue può essere rosso brillante o rosa e schiumoso e spesso è misto a muco. Il 5,8% dei pazienti non presentava sintomi.
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Sono state analizzate quindi le complicanze che hanno avuto i pazienti: il 96,8% hanno avuto un’insufficienza respiratoria. Gli altri problemi sono stati il danno renale acuto, la sovrainfezione e il danno miocardico acuto.