L’inviato de Le Iene, Giulio Golia, ha mostrato i verbali di un episodio che ha visto coinvolto nel 2000 Antonio Ciontoli, l’uomo condannato per l’omicidio colposo di Marco Vannini.
La trasmissione Mediaset Le Iene è tornata a parlare del caso Marco Vannini, aggiungendo un altro tassello alla vicenda. Nel servizio andato in onda durante la puntata di ieri, martedì 19 maggio, il giorno dopo il quinto anniversario della morte del giovane bagnino di Ladispoli, Giulio Golia ha svelato nuovi dettagli. L’inviato del programma, nel dettaglio, è tornato su un presunto episodio il cui protagonista sarebbe Antonio Ciontoli, l’ex sottufficiale della Marina Militare condannato in appello a 5 anni per l’omicidio colposo del giovane.
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Caso Marco Vannini, Ciontoli ed una rapina a due prostitute nel 2000: la trasmissione Le Iene mostra i verbali
Nel gennaio del 2000, come spiegato nel servizio, due prostitute avrebbero accusato e denunciato Ciontoli per rapina. All’interno del verbale i carabinieri scrivono che una ragazza di colore avrebbe fermato una volante affermando di aver avuto un rapporto sessuale con un’amica ed un uomo. Quest’ultimo, che avrebbe affermato di chiamarsi Marco, si sarebbe rifiutato, secondo il racconto della ragazza, di pagare la prestazione mostrando un tesserino da poliziotto e sottraeva loro la somma di 200mila lire. Ciontoli, interrogato dai carabinieri, conferma il rapporto sessuale, ma nega le accuse delle donne. Il procedimento, spiega Giulio Golia, viene subito archiviato. A difendere in quell’occasione l’ex sottufficiale è l’avvocato Celeste Gnazi, ora avvocato della famiglia Vannini, che intervistato da Le Iene ha affermato di non aver ricordato quell’episodio, anche perché non si trasformò in un procedimento.
Le due ragazze, Marca e Silvia, rispettivamente originarie della Serra Leone e del Senegal ed entrambe prive di permesso di soggiorno, vengono interrogate dai carabinieri. Nei verbali mostrati dall’inviato de Le Iene si legge quanto le due prostitute hanno raccontato ai militari dell’Arma. Secondo la loro versione, il ragazzo, di circa 30 anni, dopo il rapporto sessuale rifiutandosi di pagare aveva mostrato un tesserino da poliziotto, di cui viene fornita una descrizione: “Il tesserino raffigura una persona senza berretto in divisa e su scritto S.M.“. Scese dall’auto, le due ragazze prendono la targa del veicolo ed una delle due, afferma ai carabinieri, si accorgeva che nella sua borsa mancavano 200mila lire. Rintracciato proprio grazie alla targa dell’auto, Ciontoli viene interrogato a sua volta, ma nega le accuse. Sul verbale si legge che l’ex sottufficiale avrebbe ammesso di aver avuto un rapporto con le due, ma aggiunge che le due prostitute si erano mostrate aggressive e, dopo aver dato loro 50mila lire, l’unica somma di cui disponeva, si era allontanato.
Caso Vannini, il direttore di Etruria News: “Perché il fascicolo personale di Ciontoli non è agli atti del processo?“
Il procedimento, spiega Golia, venne archiviato perché sostanzialmente si basava sulle dichiarazioni raccolte il giorno stesso. A far emergere la circostanza alcuni mesi fa era stato il direttore di Etruria News Paolo Gianlorenzo che intervistato dall’inviato de Le Iene afferma: “Come mai di questa documentazione non si aveva traccia prima che la pubblicasse Giulio Golia? Perché il fascicolo personale di Ciontoli non è agli atti del processo?“. Il direttore della testata locale si chiede, dunque, se questo episodio sia l’unico messo nero su bianco.
Gianlorenzo, durante l’intervista rilasciata prima delle misure di contenimento per il coronavirus, afferma che se queste carte fossero uscite prima o durante il processo sarebbe emerso un profilo diverso di Ciontoli rispetto a quello venuto fuori.
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Nel primo processo d’appello, Ciontoli era stato condannato a 5 anni di reclusione per omicidio colposo, mentre con la stessa accusa ai tre familiari era stata inflitta una pena di 3 anni. A febbraio, la Corte di Cassazione ha stabilito un nuovo processo di secondo grado per gli imputati: Antonio Ciontoli, la moglie Maria Pezzillo ed i figli Federico Ciontoli e Martina Ciontoli. Il nuovo giudizio inizierà il prossimo 8 luglio.
La madre di Marco Vannini, Marina Conte, continua a chiedere a gran voce giustizia per la morte del figlio.
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