L’inizio della Fase 2 ha riguradato l’apertura di bar, ristoranti e parrucchieri. I clienti hanno riscontrato un aumento dei prezzi sul listino: interviene il Codacons
L’inizio della Fase 2 in italia ha determinato l’apertura al pubblico degli esercizi commerciali. Su tutti bar, ristoranti e parrucchieri. Prima del DPCM firmato da Conte, i gestori di queste attività hanno provveduto alle operazioni di sanificazione dei locali. A queste sono seguiti i provvedimenti da adottare durante la fase di accoglienza dei clienti.
Tuttavia i primi clienti a popolare i negozi hanno riscontrato delle modifiche sul listino prezzi dei prodotti d’acquisto. La decisione commerciale dopo due mesi di quarantena forzata è giustificata dal recupero del guadagno perduto durante il periodo di magra, piuttosto che per recuperare i costi di disinfezione interna, oppure ancora per il dimezzamento della clientela nei locali.
I clienti abituali sono stati i primi a prendere d’assalto i negozi abitualmente frequentati, riscontrando un aumento considerevole del prezzo di alcuni prodotti. Il caffè ad esempio ha subìto un incremento di 0,20 Euro rispetto a qualche tempo fa. Stesso discorso per il cappuccino. Nel cuore dei centri delle grandi metropoli cittadine come nel caso di Milano si è arrivati anche a 2 euro per il consumo della bevanda più richiesta.
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L’intervento del Codacons sulla decisione dei gestori commerciali
Di fronte alla decisione di far lievitare i prezzi dei prodotti è intervenuta l’Associazione consumatori presieduta da Carlo Rienzi, il Codacons. L’Istituto statistico di tutela dei consumatori ha invitato i cittadini a segnalare eventuali aumenti dei prezzi sul listino per combattere eventuali speculazioni.
Ma l’aumento dei prezzi non ha interessato solo i bar; anche i parrucchieri hanno applicato un aumento per coprire i costi di igienizzazione e l’acquisto del materiale nuovo da lavoro, come dichiarato dai gestori.
Ma il settore finito sotto l’obiettivo principale della lente di ingrandimento è quello alimentare. Gli statistici durante la pandemia avevano già registrato una speculazione sul prezzo dei prodotti sugli scaffali, quando i supermercati furono presi d’assalto. Oggi il rincaro ulteriore potrebbe essere una mazzata per i clienti.
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“Le giustificazioni dei titolari sono più che attendibili, ma così – conclude il dirigente responsabile del Codacons – si rischia l’allontanamento definitivo della clientela abituale, generando danni irreversibili per tutti”.