La prima querela da parte del virologo Tarro: “Con i soldi di chi mi diffama un Fondo per ricercatori invisi all’establishment medico”
Per il gruppo La Repubblica-l’Espresso arriva la prima querela dell’era Agnelli. Il cambio di linea editoriale si è fatto già notare con le sommosse interne, i cambiamenti, gli addii. Stavolta è il turno delle carte bollate e dei tribunali, nemmeno il tempo di cominciare. Il mittente è il virologo napoletano Giulio Tarro, scienziato di fama mondiale che si è sentito attaccato dalla testata negli ultimi giorni. Il virologo ha parlato di una gigantesca campagna diffamatoria nei suoi confronti che ha deciso di farsi risarcire per realizzare uno scopo benefico. “Con i soldi di chi mi diffama un Fondo per ricercatori invisi all’establishment medico”. Iniziativa interessante e impegnativa, ma prima bisognerà attendere i tribunali italiani e vincerla questa causa contro un colosso come la famiglia Agnelli.
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Per il gruppo Repubblica-Espresso la prima querela
Sono varie le accuse che Tarro respinge, a partire da quella che lo attacca affermando di essersi inventato il titolo di candidato al nobel per la medicina e di aver pubblicato articoli su riviste che non sono riconosciute come scientifiche. Ma quello che fa arrabbiare di più Giulio Tarro è l’accusa che gli viene fatta di essersi inventato la soluzione del male oscuro di Napoli del 1979.
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“È la menzogna che più mi fa arrabbiare. Poi mi calmo pensando ai tanti bambini colpiti da virus sinciziale che sono riuscito a strappare dalle mani dei cialtroni che li stavano condannando a morte”.