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La Protezione civile, nella giornata di oggi venerdì 22 maggio ha reso noto il bollettino in merito ai numeri dell’epidemia da Covid-19 in Italia.
È stato pubblicato il bollettino della Protezione Civile, sul proprio sito, che aggiorna la situazione in merito all’epidemia da coronavirus in Italia. Stando ai numeri riportati nella nota, il numero dei contagi complessivi è salito a 228.658, con un incremento di 652 casi. Di questi 59.322 sono gli attualmente positivi, ossia 1.638 in meno di ieri. Anche il numero dei pazienti in terapia intensiva è sceso a 595 (-45), mentre quello dei guariti è salito a 136.720 (+2.160). Infine, nel bollettino, si evince che i decessi hanno subito un incremento di 130 morti portando il bilancio a 32.616.
La Protezione Civile nella giornata di ieri ha reso noto che il numero dei contagi complessivi era salito a 228.006. Di questi, erano 60.960 gli attualmente positivi. In calo, come ormai da settimane, i pazienti in terapia intensiva che ieri erano 640 in totale. I pazienti guariti salivano ancora raggiungendo le 134.560 unità. Purtroppo il bilancio delle vittime era salito a 32.486 unità.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Protezione Civile, bollettino del 21 maggio: 1.792 positivi attuali in meno
La Protezione Civile nella giornata di mercoledì ha diramato il bollettino sulla situazione dell’epidemia da Covid-19 nel nostro Paese. Secondo i dati, il numero dei contagi complessivi era salito a 227.364. Di questi 62.752 erano gli attualmente positivi. Calo anche per quanto riguardava i pazienti in terapia intensiva: 676 in totale. I guariti erano saliti a 132.282. Infine il bilancio dei decessi si era aggravato portando il totale di 32.330 vittime.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Protezione Civile, bollettino del 20 maggio: 665 nuovi casi di contagio, 162 decessi
“Hanno approvato un decreto che è diventato legge, e poi per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, con un comunicato pubblicato in Gazzetta, lo correggono. Se non lo modificano d’ufficio io lo farò modificare da un tribunale perché io questo decreto lo impugno“. Queste le parole del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, intervenuto a 24 Mattino, trasmissione su Radio 24. Il governatore ha contestato la decisione del Governo di escludere le zone venete dai fondi destinati alle “zone rosse” colpite dall’emergenza coronavirus. Si dice pronto, dunque, ad adire un tribunale.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Scontro Governo-Veneto, Zaia: “Pronto ad andare in tribunale”
Dichiarazioni importanti quelle che provengono dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in merito al Mes. Stando a quanto affermato dal Premier, infatti, quest’ultimo non sarebbe l’obbiettivo a cui aspira il Governo che invece mira ai 500 miliardi a fondo perduto provenienti da Francia e Germania.
Il Premier ha poi parlato delle misure messe in atto dal Governo, nello specifico della Cassa Integrazione e dell’ampliamento della categoria di soggetti che saranno destinatari degli incentivi da parte dello Stato.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Il Premier Conte sul Mes: il messaggio è chiaro
Un milanese su 20 era già entrato in contatto con il coronavirus sviluppando gli anticorpi ancor prima del 20 febbraio, giorno in cui è stato diagnosticato il primo caso in Italia. Questo è quanto emerge da uno studio effettuato sugli anticorpi dei donatori di sangue del Policlinico di Milano. Nel dettaglio come riporta la redazione de Il Giorno, i ricercatori hanno esaminato un campione di circa 800 soggetti che hanno donato il sangue al centro di Ca’ Granda tra il 24 febbraio e l’8 aprile.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Soggetti positivi al virus prima del “paziente 1”: lo studio di un team di esperti italiani
Le previsioni non sono rosee per chi è andato e chi invece è in procinto di andare in pensione. Ed infatti, a causa del Covid-19 l’assetto economico del Paese è completamente mutato con effetti devastanti sull’inflazione. Una circostanza che inevitabilmente rifletterà i propri effetti anche sui calcoli previdenziali.
I primi a subire le negative conseguenze saranno sicuramente coloro i quali andranno in pensione adesso. Stando a quanto riporta il settimanale Panorama, per il crollo del Pil del 10% i lavoratori che lasceranno il posto nel 2023 e nel 2033 subiranno un taglio che oscillerà tra il 2 ed il 4%.
Per chi andrà via tra qualche anno, invece, il crollo dell’assegno potrebbe essere più ingente. Anche le pensioni già in essere potrebbero subire rimodulazioni.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Effetto Covid sulle pensioni: stangate e mancate rivalutazioni
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