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Secondo una recente stima, le pensioni degli italiani a causa del Covid-19 potrebbero registrare una stangata di rilevante portata.
Gli effetti del Covid-19 saranno a lungo termine. Non solo a livello sanitario, ma anche a livello economico. Ed infatti se tramite un vaccino sarà forse possibile domare il virus, il passato ed i riverberi sui conti statali non potranno essere cancellati con un colpo di spugna.
Gli italiani, nello specifico quelli che dovranno andare in pensione, vedranno tagli di non poco valore. Ad effettuare una stima il settimanale Panorama.
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Le previsioni non sono rosee per chi è andato e chi invece è in procinto di andare in pensione. Ed infatti, a causa del Covid-19 l’assetto economico del Paese è completamente mutato con effetti devastanti sull’inflazione. Una circostanza che inevitabilmente rifletterà i propri effetti anche sui calcoli previdenziali.
I primi a subire le negative conseguenze saranno sicuramente coloro i quali andranno in pensione adesso. Stando a quanto riporta il settimanale Panorama, per il crollo del Pil del 10% i lavoratori che lasceranno il posto nel 2023 e nel 2033 subiranno un taglio che oscillerà tra il 2 ed il 4%. Questo se e soltanto se ovviamente non si dovesse prolungare lo stallo dell’economia. Diversamente, infatti, il quadro potrebbe essere nettamente peggiore.
Per chi andrà via tra qualche anno, invece, il crollo dell’assegno potrebbe essere più ingente. Si parlerebbe secondo i dati riportati da Panorama che si rifà alle stime di Epheso la diminuzione si attesterebbe intorno al 6,6%.
L’effetto Covid toccherà anche le pensioni già in essere. Stando a quanto riporta il settimanale Panorama, queste dovranno tenere conto della rivalutazione. Con l’ultima finanziaria, infatti, quest’ultima è assicurata per importi pari a 4 volte il minimo. Tuttavia con l’inflazione al minimo è possibile che la rivalutazione venga annullata per gli assegni del prossimo anno. Si tratta, propriamente non di tagli ma più correttamente di mancati aumenti.
Per chi invece supera di 4 volte il minimo, la rimodulazione non è così drastica: si parla infatti di parziale e non totale. Sicché l’adeguamento avrebbe di certo un impatto minore considerato che il costo della vita è più basso.
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Quello del blocco delle rivalutazioni, tuttavia, bisogna precisare che non è un problema attuale ma che si presenta già da ben otto anni. Con il Covid non si fa altro che acuire una condizione pregressa già compromessa.
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