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Cronaca

Norme anti Coronavirus, un pub si ribella e protesta

Un pub mette in scena una protesta eclatante legata alle norme anti Coronavirus, lo sfogo dei titolari

Il pub Pogue Mahone’s di Milano, la protesta dei titolari (foto dal web)

La Fase 2, quella di convivenza con il coronavirus, sta entrando nel vivo. In questi giorni, molte le riaperture per le attività, con la maggiore libertà concessa agli spostamenti delle persone. Eliminato il vincolo delle autocertificazioni e degli stretti motivi di necessità che non siano per lavoro, salute, visite a congiunti o per fare la spesa. Come più volte segnalato dalle autorità, però, il funzionamento corretto di questa fase sta anche nella corretta risposta da parte delle persone. Tutti sono chiamati al rispetto delle distanze sociali e delle norme di sicurezza, per evitare un rialzo della curva dei contagi. I dati al momento evidenziano un trend in calando e dunque positivo, ma potrebbe bastare poco per far peggiorare nuovamente la situazione.

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Norme anti Coronavirus, la protesta di un pub di Milano

Milano, Navigli (screen da video)

Particolarmente complessa la gestione delle attività come pub e ristoranti, in cui non sempre è facile far osservare le nuove norme. Alcune di dette attività, per la difficoltà oggettiva, non hanno ancora riaperto. Altre, stanno trovando ugualmente non poche difficoltà. Come il Pogue Mahone’s di Milano, nella zona di Porta Romana, che ha messo in scena una protesta piuttosto eclatante. I gestori hanno chiuso il locale per 24 ore, con uno striscione eloquente: “Se rispetti il Pogue, rispetta le regole”.

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Su Facebook, ecco la spiegazione: “Abbiamo dovuto ripetere troppe volte in quattro giorni (la riapertura è avvenuta il 18 maggio, ndr) ai clienti di rispettare le regole. Ci sono state risposte ai limiti dell’assurdo: non metto la mascherina perché il Covid non esiste, fammi vedere dove c’è scritto che devo metterla, eccetera. Abbiamo temuto multe e addirittura di dover richiudere ogni volta che abbiamo sentito una sirena in lontananza. A noi piace fare le birre, non siamo poliziotti. Amiamo il nostro lavoro ma abbiamo bisogno del vostro aiuto, in questo momento, per continuare a farlo. Avete dimostrato di volerci bene finora, ora fatelo solo stando un po’ più distanti”.

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