Un uomo trova un serpente morto nel suo giardino. L’avviso all’Enpa e la decisione che non ti aspetti. Altro esemplare trovato a Brugherio
Nei giorni scorsi nella provincia di Monza e Brianza sono stati trovati due serpenti di rara specie. Si tratta di “biacchi”, i rettili più comuni del territorio italiano. Questi serpenti sono considerati un patrimonio dell’ecosistema dall’ Ente Nazionale di Protezione Animale, perchè si nutrono di insetti e roditori che deturpano continuamente le bellezze naturali del Paese.
Giorni fa un cittadino lombardo ha scoperto uno di quegli esemplari rettili nel suo giardino di casa. La chiamata all’Enpa è stata tempestiva ma all’arrivo degli esperti, il serpente era privo di vita. Gli addetti hanno iniziato ad interrogare l’uomo brianzolo spiegando che si trovava a che fare con una specie iperprotetta.
Il biacco infatti rientra nella lista della convenzione di Berna tra le specie più rare e salvaguardate al mondo.
L’evidente ferita alla testa è risultata fatale al serpente e non solo. L’uomo raccontava di aver utilizzato un bastone per toglierlo dal suo giardino e metterlo in un secchio. Ma secondo l’Enpa quel piccone rappresenta l’arma del delitto per il serpente.
Il biacco dunque è morto dopo aver ricevuto un colpo alla testa, mentre l’uomo, colpevole del decesso è stato informato di aver commesso un reato.
La giustifica di deporre il serpente in quel secchio con un buco forato per consentirgli il respiro, non ha retto. L’uomo è stato accusato e sanzionato pesantemente per aver devastato una specie protetta. Ora non c’è più nulla da fare ma il cittadino brianzolo secondo l’Enpa avrebbe potuto lascaiarlo stare lì dove era, attendendo i soccorsi.
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Gli stessi scienziati dell’Enpa sono intervenuti nel giro di poche ore dall’accusa mossa contro quell’uomo a Brugherio dove il serpente innocuo dal ventre verdegiallo e dal volto pallido aveva fatto la sua ricomparsa tra le fauci di un lupo.
Il biacco grazie alla sua velocità è riuscito a sgusciare via dal predatore rimanendo in quell’area urbana che avrebbe potuto rappresentare un’altra fonte di pericolo per la sua vita. L’atto di salvaguardia della specie protetta questa volta è andato a buon fine grazie al corretto comportamento adottato da una signora.
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La donna ha chiamato subito i rinforzi, aiutando a preservare la specie. L’arrivo tempestivo dei volontari dell’Enpa ha fatto sì di recuperare velocemente il corpo del rettile e trasferirlo lontano dall’agglomerato urbano.
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