Spostamenti tra Regioni dal 3 giugno sono a rischio. Il ministro degli affari regionali Boccia: “Se c’è rischio arriva lo stop”
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte aveva preannunciato una circolazione libera a partire dal 3 giugno, anche con l’estero. Tuttavia, nel suo discorso veniva specificato che tutto andava a dipendere dai dati, dai contagi. Al momento, il calo dei contagi è generale, ma non tutte le Regioni sono allo stesso punto. Questo perchè nelle varie aree del paese il virus si è diffuso in maniera differente. E’ naturale che dove è stato più devastante, il contagio è ancora alto, seppur in calo. La Lombardia soprattutto, ma anche il Piemonte e la Liguria, considerato anche l’ampiezza del territorio, sono aree ben lontane dai numeri del resto del paese. Sul punto si era detto che dal 18 maggio sarebbero state monitorate con un sistema che comprende vari parametri, il livello di contagio di ogni Regione. In base a questo monitoraggio, si deciderà poi cosa fare il 3 giugno per ogni territorio.
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Gli spostamenti tra le Regioni sono a rischio
In sostanza, come conferma anche il Ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, dal 18 maggio in poi è partita l’apertura per tutti e a parità di condizioni si valutano i parametri. Dopo questo periodo congruo, si deciderà, in base ai dai, quali Regioni potranno permettere la circolazione tra loro di cittadini e quali no. Non è esclusa anche una retromarcia e quindi un ritorno alla fase 1 se i parametri lo suggeriranno. In effetti dal 18 maggio in poi l’Italia è stata messa alla prova con la convivenza con il virus. Le differenze, però, persistono. Gran parte delle Regioni viaggiano su numeri che non toccano i 15 contagi al giorno.
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Alcune da tempo oscillano tra lo zero e i quattro contagi. Ben diverso in Lombardia dove, nonostante i cali, si viaggia ancora sui 300, ieri 316 per la precisione. Differenze che non possono organizzare la circolazione delle persone sul territorio allo stesso modo.