Dal 18 maggio è ripartira la movida. Sechi, ex primario: “Direi ai giovani di farsi un esame di coscienza”. Il virus non si arrende
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Quarantena finita, via libera per tutti. E’ questo quello che si percepisce in giro per le città: attività commerciali aperte, ristoranti e bar aperti e la movida dei giovani è tornata a farsi sentire nonostante il virus continui ancora a circolare. Tutto ciò fa indignare Antonio Sechi, ex primario del pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino che nel corso di un’intervista al Corriere della Sera ha affermato: “I giovani che fanno l’aperitivo in piazza sono assassini”.
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Movida e virus non vanno d’accordo
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Movida e virus non vanno d’accordo. Ecco perché l’esperto Sechi non riesce ad accettare le immagini di giovani in giro per la piazza a fare assembramenti. “Direi loro di farsi un esame di coscienza – dice l’ex primario – di pensare come si stanno comportando e come si sono comportati prima del lockdown -continua – se hanno osservato le regole o no, specie se ci sono stati casi di contagi o decessi da covid in famiglia. Magari qualcosa da rimproverarsi lo hanno”. L’esperto si riferisce soprattutto agli eventi di Torino e Milano della settimana scorsa. “Queste immagini mi innervosiscono – continua – uno attaccato all’altro, quasi quasi bevono dallo stesso bicchiere. Comportarsi così vuol dire andarsela a cercare. Non si rendono conto del rischio”.
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“Bisogna indossare la mascherina. Se tutti lo fanno, il rischio di ammalarsi è quasi dello zero per cento. E poi mantenere le distanze e lavarsi spesso le mani”. Conclude Sechi.