Il capo dello Stato manda un messaggio ai giovani delle scuole per commemorare la Strage di Capaci avvenuta 28 anni fa e per ricordare che il sacrificio dei due magistrati non è stato vano
Un messaggio rivolto ai giovani delle scuole coinvolti nel progetto “La nave della legalità”. È così che il capo dello Stato, Sergio Mattarella, vuole ricordare la strage di Capaci avvenuta 28 anni fa nella quale morirono il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della loro scorta. Un messaggio per tenere alta la voglia e la necessità della legalità e ricordare due figure dello Stato che hanno combattuto fortemente contro le mafie, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Oggi più che mai, in un momento così delicato per l’Italia e il mondo, non poteva mancare un messaggio per due servitori della patria. Un messaggio per tenere alta la guardia ed evitare che le mafie possano infiltrarsi in nuovi tessuti, ora in difficoltà.
“A ventotto anni dalla strage di Capaci invio un saluto caloroso a tutti i giovani delle scuole coinvolti nel progetto ‘La nave della legalità’, che ricorda Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E, con loro, Francesca Morvillo e gli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Claudio Traina” ha detto il presidente della Repubblica.
“Il punto più alto della sfida della mafia nei confronti dello Stato” così definisce Mattarella i due attentati in cui nel 1992 morirono i due magistrati “di grande prestigio e professionalità”. I due, ricorda il capo dello Stato, con coraggio e determinazione, hanno inferto alla mafia “durissimi colpi, svelandone organizzazione, legami, attività illecite”.
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Il sacrificio di Falcone e Borsellino non è stato vano e Mattarella lo dice a chiare lettere. Specifica che i mafiosi nel loro intento non avevano calcolato e previsto quello che il loro vile gesto avrebbe provocato nella società. “Nella loro mentalità criminale, non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e di Borsellino, il loro esempio, i valori da loro manifestati, sarebbero sopravvissuti, rafforzandosi, oltre la loro morte: – specifica il presidente della Repubblica – diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell’affetto delle tante persone oneste”.
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Le figure di Falcone e Borsellino sono state emblematiche nella società di ieri e di oggi. questo perché “hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell’impegno per contrastare la mafia e per far luce sulle sue tenebre – dice Mattarella – infondendo coraggio, suscitando rigetto e indignazione, provocando volontà di giustizia e di legalità”.
E proprio i giovani hanno recepito per primi il senso del sacrifico dei due uomini di Stato che sono caduti nella lotta al crimine organizzato. E così “ne sono divenuti i depositari, in qualche modo anche gli eredi”, ha proseguito Mattarella.
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“Dal 1992, anno dopo anno, nuove generazioni di giovani si avvicinano a queste figure esemplari e si appassionano alla loro opera e alla dedizione alla giustizia che hanno manifestato – ha concluso Mattarella – Cari ragazzi, il significato della vostra partecipazione, in questa giornata, è il passaggio a voi del loro testimone. Siate fieri del loro esempio e ricordatelo sempre”.
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