Arbitri, l’accusa di Gavillucci: “La figura di Nicchi non è più adeguata al servizio che deve offrire l’Aia. Le mura sono di piombo”
Ha scritto un libro l’ex arbitro Claudio Gavillucci: “L’uomo nero: la verità di un arbitro scomodo”. Con le sue righe cerca di accendere i riflettori su un mondo, quello degli arbitri che continua ad avere delle ombre. “Ho scritto questo libro perché a 38 anni, dopo 50 partite in massima serie, con un sms e tre lapidarie parole dopo sono stato dismesso dall’Aia. Sono andato in fondo per capire se le motivazioni tecniche fossero tali. C’è stata una battaglia legale parzialmente vinta, e per l’amore per il mio lavoro ed il calcio ho messo tutto nero su bianco“. Gavillucci decide così di gettare un macigno nello stagno del calcio, sperando che da qui, da queste righe di un attore del palcoscenico, si possa ripartire. Dalle parole dell’ex arbitro potrebbe scoppiare un nuovo scandalo. Le ombre sugli arbitri sono chiare.
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Calcio e arbitri l’accusa dell’ex Claudio Gavillucci fa tremare l’Aia
Parla di scarsa trasparenza Gavillucci, di Aia che ha le mura di piombo, da dove non ci si apre all’esterno. Tutto questo genera scarsa trasparenza e dove non c’è trasparenza si annidano ombre, pensieri occulti, di coloro che possono decidere l’andamento delle partite di calcio. “L’omertà è diffusa in tutti gli arbitri, questo porta ad avere poca trasparenza e a nascondere molte cose”. Poi l’attacco a Nicchi, duro. Parla di figura ormai non adeguata e sottolinea come fosse al quarto mandato, nonostante le regole impongano il limite massimo a due. Infine, Gavillucci si sofferma sulla comunicazione tra l’Aia e le altre componenti del calcio.
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Non c’è nulla di scritto e regolamentato, quindi non si sa cosa succede. Un attacco duro, che può aprire a qualcosa di più grosso. Una procura dovrebbe indagare sulle parole di Gavillucci, che non sono le ultime.