Il Decreto rilancio cambia in fase di conversione. Da oggi, martedì 26 maggio, ha inizio il ciclo di audizioni, in primis quello del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Tra le altre, si attendono modifiche alla cassa integrazione e all’ecobonus.
Per i ritocchi al decreto rilancio non potranno essere spesi più di circa 800 milioni eppure le modifiche potrebbero non essere trascurabili.
Infatti, oggi prendono avvio le audizioni, in primis quella alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato del ministro dell’Economia Gualtieri che ha spiegato che il nuovo decreto contiene “l’impostazione per il rilancio dell’economia che il governo svilupperà con un grande piano ripresa fatto di riforme e investimenti“. La ripartenza secondo Gualtieri deve essere “al passo con le sfide” e favorire “la transizione a modelli di sviluppo sostenibile, resilienti e innovativi“.
Il ministro ha annunciato il taglio dell’Irap con la cancellazione del saldo 2019 e della prima rata Irap 2020 e affermato che i 600 euro di aprile sono stati pagati ai professionisti cui spettavano e ha aggiunto che chi non li ha ancora ricevuti li “riceverà nei prossimi giorni“.
Inoltre è stato confermato l’aumento del bonus a 1000 euro per i professionisti che vantino i requisiti.
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In fase di conversione del decreto rilancio novità per la cassa integrazione e l’ecobonus
Tra le novità del decreto rilancio più interessanti c’è sicuramente l’ecobonus al 110% non solo per l’oggetto interssato ma anche per le modalità di attuazione (non solo detraibilità ma anche sconto o cessione del credito).
Il correttivo all’ecobonus al 110% è molto interessante perchè riguarda l’allargamento ai lavori nelle “seconde” case, comprese le abitazioni singole c.d. “unifamiliari” che erano invece tagliate fuori dal decreto.
In tema Cassa Integrazione Guadagni l’obiettivo è quello di arrivare a dicembre 2020, aumentando di 2 mesi il meccanismo odierno che prevde 5 settimane entro agosto più 4.
Infine, gli aiuti a favore delle “zone rosse” dovrebbero essere rafforzati senza esclusioni attraverso un’estensione del credito d’imposta al 60% sugli affitti di beni strumentali all’attività di impresa o professionale.
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