Alessio e Riccardo di Casa Surace raccontano a YesLife il dietro le quinte del loro lavoro, della loro sintonia e di come sono diventati dei fenomeni del web
Oggi Casa Surace è una famiglia allargata oltre che una casa di produzione. Non solo video, nel loro percorso artistico ma diverse iniziative e collaborazioni. Uno dei traguardi più importanti quello di Sanremo che per i ragazzi ha rappresentato davvero qualcosa di eccezionale.
Di questo e molto altro abbiamo parlato nel corso di un’intervista video con Riccardo Betteghella, in arte Ricky a cui è toccato il compito di interpretare il polentone della situazione e Alessio Strazzullo, tra i fondatori oltre che autore di Casa Surace.
Da progetto nato tra amici a veri fenomeni del web. Come è cambiata la vostra vita ragazzi?
Alessio: Devo dire che la cosa che è cambiata di più è il fatto che abbiamo imparato a fare tantissime cose in questi cinque anni, abbiamo incontrato tante persone, ci siamo uniti tanto come famiglia. C’è da dire che internet è un posto incredibile in cui la vita va velocissima e quindi ogni sei mesi possono essere considerati due o tre anni di una vita normale. Per cui questi ultimi cinque anni è come se fossero 25. È normale che per alcuni la vita è cambiata in modo differente rispetto a noi autori e fondatori, ma la cosa che ci unisce tutti è che Casa Surace è diventato un lavoro reale. Ci sono tantissime cose belle, compreso il fatto che ci divertiamo tantissimo quando lavoriamo.
Quando avete iniziato vi sareste mai immaginati di arrivare così in alto?
Riccardo: Prima di iniziare Casa Surace guardavamo i video sul web e c’era un ideale di successo. Casa Surace è partita un po’ come una scommessa e il nostro obiettivo era far vedere i nostri video quanto più è possibile. Da subito abbiamo avuto un riscontro positivo e molti altri gruppi, anni fa, hanno avuto un percorso molto più lungo rispetto a dove siamo arrivati noi in sei-sette mesi. Questo probabilmente perché c’era terremo fertile, perché abbiamo intercettato un pubblico che era pronto a recepire quello che volevamo raccontare e ci siamo trovati bene. Ma alla fine dei conti noi come obiettivo ce l’eravamo già posto quello di crescere sempre di più. Quando abbiamo iniziato avevamo già tutti un’età tale per fare le cose ma con un obiettivo.
Alessio: Siamo partiti con la voglia di farlo diventare un lavoro, non sapevamo come e in che modo ma quando abbiamo iniziato a fare video, avevamo già un’attenzione al fatto che questo poteva diventare un lavoro. Quando siamo partiti eravamo alla soglia dei 30 anni, avevamo già esperienza lavorativa, era un momento che ritenevamo giusto per provare a fare delle cose insieme e c’abbiamo provato.
Ma quando avete realmente capito che stava accadendo qualcosa di importante per il vostro progetto e che Casa Surace funzionava davvero?
Alessio: Il nostro secondo video che era “La Pasqua al tempo dei social network” è andato benissimo da subito. Non pensi che ce l’hai fatta ma già partire in quel modo è un buon esordio.
Riccardo: Io ricordo un periodo in particolare in cui ogni video che facevamo batteva il record di visualizzazioni del video precedente. E c’è stato un periodo in cui stavamo tutti attenti a vedere il numero delle visualizzazioni. C’era una corsa ai milioni di visualizzazioni. Ricordo un video in particolare che era “La vita con e senza un terrone” che fece 16 milioni di visualizzazioni e fu proprio il record. In questo momento sia stati sulla cresta dell’onda con milioni di views e allora lì abbiamo capito che forse da quel punto non saremmo più scesi. Eravamo consapevoli di essere arrivati al punto di aver comunque conquistato la notorietà
Secondo voi qual è il segreto di Casa Surace? Perché i vostri video piacciono così tanto?
Riccardo: Il segreto è far pippiare il ragù otto ore, sempre!
Alessio: Secondo me non esiste un segreto che possa valere per tutti. Ogni gruppo, ogni persona, ogni comico secondo me deve trovare il proprio. Il nostro segreto io lo so qual è, e non mi stancherò mai di dirlo: trovare le persone giuste con cui fare le cose, che sembra una frase scontata ma il motivo per cui noi continuiamo a fare questo lavoro è perché siamo riusciti a trovare, rispetto al gruppo che avevamo fondato nel 2015, altri compagni di viaggio giusti con cui abbiamo coltivato questa cosa. Secondo la nostra esperienza, il gruppo al momento, è la cosa più importante anche per come reagire ai problemi, affrontare questa situazione, se non fossimo stati tutti quanti con un certo tipo di carattere e di attenzione anche nei confronti degli altri, sarebbe stato difficile da superare. Invece quando trovi le persone giuste diventa tutto più divertente, facile e naturale.
Ma come è iniziato tutto? Chi tra voi ha avuto l’idea dei video?
Alessio: Non c’è proprio un reale momento o una persona singola che ha dato il via a tutto. Da collante c’è sempre stato il nostro regista Simone Petrella che è stato un po’ il perno perché conosceva tutti e ci ha messo in contatto in fasi diverse della nostra vita. Le idee, come al solito, sono venute un po’ per caso. Ognuno c’ha messo del suo.
Come avete scelto le parti da interpretare? E che studio ne avete fatto per creare degli “stereotipi perfetti”?
Riccardo: La scelta dei ruoli è stata quasi obbligata. Pasqui, ovvero Bruno, incarna così bene il fisico dell’oriundo pugliese che era impossibile non fargli fare il suo ruolo, anche caratterialmente. Io sono molto più affine, anche fisicamente, ad un personaggio un po’ più timido, meno mangione.. Non ce lo siamo nemmeno detti, ci siamo guardati e ho detto “Vabbè lo faccio io quello del Nord”, non poteva andare diversamente. Poi non abbiamo fatto un’analisi antropologica delle differenze tra Nord e Sud. È come se l’avessimo fatta con la vita dei fuori sede. Le abbiamo scoperte empiricamente. Essendo del Sud ce l’hai dentro un po’ questo dualismo. E poi molti spunti li abbiamo presi grazie ad una community che è diventata sempre più partecipativa, da qui abbiamo preso molti consigli da ragazzi fuori sede.
Alessio: Casa Surace è come se parlasse tantissimo di incontri. Anche la storia degli stereotipi è stata sempre raccontata come un incontro tra ragazzi del Sud e del Nord che vivevano nelle stesse case ed è il motivo, secondo me, per il quale ha funzionato. È sempre stata considerata come una spiegazione e ha mostrato come si vive nelle case dei fuori sede. Per noi è importante parlare di incontri.
Ricky, a te è toccata la parte più difficile. Com’è stato, soprattutto all’inizio, interpretare il milanese per eccellenza?
All’inizio è stato difficile settare il dialetto. Mentre cercavo di parlare il milanese usciva automaticamente un po’ di bolognese. Per il resto, con il personaggio di Ricky, gradualmente e con il tempo, mi ci sono sempre trovato bene anche perché incarna un po’ la pecora nera nei video di Casa Surace, quello diverso, che viene un po’ deriso. Non è che io nella vista sia proprio così ma un po’ ci sono passato. Sono sempre stato il ragazzino quello più piccolino, quello che alle feste fa meno confusione. Ecco che, caratterialmente, il personaggio di Ricky è sempre stato un po’ parte di me. Ho dovuto solo imparare a parlare in modo diverso e far finta di non sapere cosa fosse una “cucchiarella”. Non mi dispiace fare il personaggio del Nord, mio nonno era del Nord e non sono mai stato un meridionale campanilista. Ecco che così sono riuscito a far uscire il carattere comico di un personaggio buffo come Ricky che non deve per forza solo subire ma può avere anche dei momenti comici.
Dall’altro lato c’è Pasqui, fin dall’inizio ha costruito con te Ricky un’insolita coppia, due perfetti opposti. Come avete trovato la sintonia perfetta?
Alessio: Pasqui è esattamente così!
Io e Pasqui ci conosciamo da tempo, dai banchi di scuola. Nel tempo abbiamo maturato un’amicizia che si è evoluta nello sperimentare una linea comica. Anche quando uscivamo tra amici, la sera, si provava sempre a fare battute, imitazioni, si rideva di video divertenti sul web. Tramite un’esperienza fatta in una web radio abbiamo sperimentato anche il botta e risposta. In qualche modo quando abbiamo iniziato Casa Surace eravamo già pronti grazie ad una scuola fatta così empiricamente per la comicità in video. Non c’è mai stata una gelosia di ruoli, siamo sempre andati d’accordo. Poi con il tempo l’amicizia e il lavoro cambiano un po’ le cose. Casa Surace è quella cosa che ti porti sempre un po’ dietro anche quando non sei sul set, soprattutto per noi che abbiamo un volto un po’ più riconoscibile nel gruppo. Casa Surace ha preso il sopravvento in tutto e siamo diventati più personaggi che amici.
Ma le differenze tra Nord e Sud esistono davvero?
Riccardo: Certo, come dire di no! Esistono le differenze tra Polla e Atena Lucana che sono due paesi che portiamo nel cuore figuriamoci se non esistono tra Nord e Sud. L’Italia è un Paese molto variopinto, non si tratta solo di differenze ma di radici che vengono dalla stessa matrice ma si espandono diversamente nel terreno. A volte sono motivo di scontro, altre di scambio. E noi cerchiamo di insegnare a chi guarda i nostri video che è meglio farne un motivo di scambio che un motivo di scontro.
Alessio: Ci sono tantissime differenze che non hanno per forza connotazioni negative. Le differenze sono le cose che ci piacciono di più. Quando abbiamo iniziato a fare i video all’inizio, un sacco di ragazzi del Nord che venivano da piccoli paesi ci dicevano che queste cose avvengono anche lì. Così ci siamo resi conto che quello di cui parlavamo erano differenze sì ma anche tratti peculiari dei piccoli paesi italiani che sono poi tutti simili.
In questi anni tanti traguardi importanti, tra i quali il Festival di San Remo. Cosa ha rappresentato per voi essere stati scelti dalla Rai?
Alessio: Non ci hanno fatto cantare però! Sanremo è stata un’esperienza incredibile, poi noi abbiamo complicato tutto perché non potevamo farci solo quei cinque giorni lì. Siamo partiti 15 giorni prima con le auto ed i furgoni. Un’esperienza travolgente.. Sanremo è la benedizione, è un travolgimento totale. Non si dorme, non si mangia, si incontrano persone incredibili, si fanno feste memorabili.
Riccardo: Da che fai video su internet e sei una realtà per i fuori sede diventi un punto di riferimento per una delle kermesse italiane più importanti. Ti viene detto di intervistare i più importanti cantanti italiani mentre una settimana prima stavi facendo “Il pacco da giù”. È una benedizione perché è come se da quel momento in poi venissi riconosciuto come realtà. Un’esperienza del genere ti arricchisce molto. Quello che è successo dopo Sanremo è stata una continua crescita in positivo ed è cambiato anche un po’ il modo di pensare alla nostra carriera.
Adesso siete sul web e tv come volti di un noto marchio di prodotti per la pulizia e l’igiene. Un nuovo e importate progetto. Come avete reagito quando è arrivata la chiamata?
Riccardo: quando ci è arrivata la chiamata di Ace abbiamo subito pensato “Ecco qua facciamo i video dei fuori sede che non lavano i piatti come gli sporcaccioni” e invece era una cosa seria. È un’esperienza extra web ed un ulteriore scalino per una carriera che si consolida per tutti. Noi cerchiamo sempre di mantenere il nostro linguaggio e la nostra comicità per la quale poi chi ci segue non si sente tradito.
Alessio: Noi lo diciamo sempre, a noi piace fare tutto ciò che riguarda l’intrattenimento e anche il mondo della comunicazione. Per noi è stata una cosa importante e l’abbiamo fatta.
E per il futuro cosa vi aspetta?
Alessio: Non abbiamo delle fissazioni che portiamo in testa da anni che vogliamo realizzare. Semplicemente ci piace fare tutto.
Riccardo: Senza obiettivi fissi, quello che verrà prenderemo. Nell’immediato, almeno per me, c’è quello di ritornare insieme il prima possibile.
Francesca Bloise
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