Fuga dei cervelli, 1200 euro agli studenti che non lasciano la Regione

Lotta alla fuga dei cervelli, Università: la Sicilia paga 1.200 euro ai suoi studenti che non tornano al Nord. Le proteste dei rettori del Nord

giornata dei libri
Libri – Foto Instagram

La fuga dei cervelli è da sempre un problema per l’Italia in generale e per il Sud, in particolare. Il paese perde laureati ogni anno. Ragazzi che non riescono ad avere la soddisfazione lavorativa adeguata ai sacrifici fatti per gettare le basi accademiche nei campi prescelti. Al Sud, poi, esiste una fuga doppia. Tanti ragazzi vanno già via per studiare al Nord o anche all’estero. Il Governo nel decreto rilancio ha pensato anche agli studenti. Stanziati 290 milioni per le università con l’obiettivo principale di portare la no tax area da 13 mila a 20 mila euro annui e introdurre uno sconto per la fascia compresa tra 20 e 30mila euro di reddito. Gli studenti, tuttavia, chiedono che il tetto sia di 23mila e 500. Un passo notevole per arrestare l’emorragia degli iscritti universitari degli ultimi anni.

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Fuga dei cervelli, la mossa della Regione Siciliana

DECRETO RILANCIO
Soldi in mano (foto Pixabay)

Intanto, le Regioni in ordine sparso stanno studiando provvedimenti per gli studenti. Già da tempo in Campania, ad esempio, gli studenti possono circolare nella Regione usando gratuitamente i mezzi pubblici. Nelle ultime ore in Sicilia è avanzata l’ultima proposta. La Regione Siciliana intende pagare con un bonus di 1.200 euro tutti gli studenti che non torneranno al Nord. La scelta ha subito sollevato le proteste dei rettori delle università settentrionali. La Sicilia ha anche offerto un bonus di 500 euro ai fuorisede rimasti sull’isola a causa della pandemia.

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Euro soldi
(Getty Images)

Lazio e Campania, invece, hanno offerto un bonus di 250 euro per acquisto di pc e tablet. L’assessore regionale all’Istruzione della Sicilia, Roberto Lagalla, parla di «ventaglio di azioni» messe in campo dalla Regione su suggerimenti dei rettori dell’isola. Senza alcun intento, però, di limitare la «libera scelta dello studente.

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