La Protezione civile, nella giornata di oggi giovedì 28 maggio ha diffuso il bollettino in merito ai numeri dell’epidemia da Covid-19 in Italia.
Il Dipartimento della Protezione Civile ha pubblicato, come di consueto, il nuovo bollettino sulla situazione dell’epidemia da Covid-19 in Italia. Secondo gli ultimi dati, il numero dei casi totali è salito a 231.732 (+593), mentre scende quello degli attualmente positivi ad oggi 47.986 con un decremento di 2.980 soggetti rispetto a ieri. Anche le terapie intensive hanno registrato un alleggerimento con una decrescita di 16 ricoveri che portano il totale a 489. Il numero dei guariti è giunto a 150.604, ossia 3.503 in più di ieri. Infine, salgono a 33.142 i decessi, con 70 vittime registrate nelle ultime 24 ore.
Bollettino Protezione Civile: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di mercoledì 27 maggio
Stando al bollettino pubblicato ieri dalla Protezione Civile, i casi di contagio nel nostro Paese erano saliti a 231.139. Ancora in calo gli attualmente positivi: 50.966 in totale. In decrescita anche le terapie intensive che scendevano a 505. Il numero delle persone guarite era salito a 147.101 (+2.443). Infine si aggravava ancora il bilancio delle vittime ieri 33.072.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Protezione Civile, bollettino del 27 maggio: in calo ancora i positivi attuali
Bollettino Protezione Civile: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di martedì 26 maggio
Il Dipartimento della Protezione Civile in merito alla situazione dell’epidemia da Covid-19 in Italia, nella giornata di martedì ha reso noto che i soggetti positivi erano 52.942, mentre i casi totali di contagio erano saliti a 230.555. Si aggiornava il bilancio delle vittime che arrivava a 32.955 decessi. I guariti erano, infine, 144.658. Ancora in calo la pressione nelle terapie intensive che portava il totale a 521 ricoveri.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —>Protezione Civile, il bollettino del 26 maggio: salgono ancora i guariti
Passaporto sanitario, il ministro Boccia: “Contro la Costituzione”
“Rileggete l’articolo 120 della Costituzione: una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone. E poi se gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari, non ci sono“. Con queste parole, riportate dall’agenzia di stampa Ansa, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha respinto la proposta di un passaporto sanitario avanzata da alcune Regioni italiane. Il ministro, parlando in audizione alla Commissione Federalismo fiscale della Camera, ha spiegato che nei prossimi giorni dovrà esserci buonsenso da parte dei cittadini.
Per il ministro, dunque, se nei prossimi giorni arriverà il via libera per riaprire gli spostamenti, verrà fatto senza nessuna distinzione tra territori
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —>Passaporto sanitario, il ministro Boccia: “Contro la Costituzione”
Muore in ospedale e risulta positiva al virus: struttura chiusa e tampone per i medici
A Cori, comune in provincia di Latina, il personale sanitario dell’ospedale di Comunità ed i pazienti saranno sottoposti al tampone per il Covid-19, mentre la struttura è stata chiusa al pubblico. Questa decisione è arrivata dopo che una donna di 94 anni, deceduta per un’insufficienza cardiorespiratoria, è risultata positiva al test. A comunicarlo è stato il sindaco del comune di Cori Mauro De Lillis attraverso un post pubblicato sul proprio profilo Facebook nella giornata di ieri.
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Covid19: sono tre le regioni che rischiano una chiusura prolungata
Entro la giornata di domani i Governatori di Lombardia, Piemonte e Liguria potrebbero decidere se prolungare o no il divieto di spostamento fuori dai confini regionali. Ciò significa che invece del 3 giugno come nel resto d’Italia, potrebbe aversi una proroga che vedrebbe la riapertura il 10 giugno. Nella giornata di ieri il Presidente Attilio Fontana ed il Ministro Boccia si sono incontrati per discutere proprio dell’argomento.
La valutazione dei governatori di Lombardia, Piemonte e Liguria dovrebbe giungere all’esito di un accurata analisi dei dati sull’epidemia da Covid-19. Nello specifico i numeri riguardante l’indice di contagio, che potrebbe sancire il rinvio della riapertura dei confini o l’allineamento con l’intero territorio nazionale.
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Coronavirus ed autopsie, un dettaglio importante ma il Ministero lo sconsiglia
Secondo una circolare del 2 maggio del Ministero della Salute, veniva sconsigliato ai medici di eseguire autopsie sui soggetti deceduti a causa del Covid-19. Un invito da molte strutture disatteso, in quanto ritenuto limitante ai fini dello studio sulla malattia. Ed infatti, tramite gli esami post-mortem a loro avviso era possibile comprendere quali erano stati i danni causati all’organismo e dunque la capacità di azione del virus. Grazie alla perseveranza di chi non ha “accettato il consiglio” è stato possibile oggi giungere a maggiori consapevolezze. Andrea Gianatti, responsabile dell’Anatomia patologica dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, tramite gli esami autoptici, ha rilevato che molte morti da Covid-19 erano accomunate da tromboembolie che si verificavano nelle arterie dei polmoni.
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