I due saranno sentiti come persone informate sui fatti in merito alle indagini sul coronavirus in Lombardia: riapertura dell’ospedale di Alzano e mancata istituzione della zona rossa nella Bergamasca
Sono ore delicate per il governatore della Lombaria Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera. Entrambi in prima linea in questi mesi per la conduzione dell’emergenza coronavirus. Non sono mancate le critiche e gli attacchi per le loro decisioni, come le polemiche ma anche le indagini.
Diversi sono, infatti, i filoni di inchiesta. Fontana e Gallera sono stati convocati dalla Procura di Bergamo, guidata da Maria Cristina Rota, come persone informate sui fatti. Ci si riferisce alle indagini sulla mancata chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Alzano, sui morti nelle Rsa ma anche sulla decisione di non istituire una zona rossa nella Bergamasca, decisamente al tracollo per via dell’ondata di contagi e di morti.
Il Governatore e l’assessora saranno sentiti nei prossimi giorni. Tra le persone che sono state ascoltate dalla procura anche il direttore generale della Sanità Luigi Cajazzo. Tra le altre cose Cajazzo aveva messo a verbale che la decisione di riaprire il pronto soccorso di Alzano il 23 febbraio era stata “presa in accordo con la direzione generale della Asst di Bergamo Est”.
Il tutto era avvenuto dopo l’accertamento dei primi due casi di Coronavirus, ma nonostante questo era stato assicurato che era “tutto a posto”, con locali sanificati e predisposti “percorsi separati Covid e no Covid”.
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Coronavirus in Lombardia, le indagini nella Bergamasca
Proprio nelle ore più concitate dell’epidemia si erano rimbalzate le responsabilità su una mancata istituzione della zona rossa tra Alzano Lombardo e Nembro. I due comuni della Valle Seriana sono stati quelli maggiormente colpiti dall’epidemia Covid-19. È su questo che Governo e Regione Lombardia hanno fatto un rimbalzo di responsabilità e ora Fontana e Gallera se ne trovano a rispondere.
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Maria Cristina Rota che indaga dovrà gestire il tutto. negli scorsi giorni i carabinieri del Nas di Brescia si sono già recati negli uffici dell’assessorato al Welfare per l’acquisizione dei documenti relativi all’indagine sul pronto soccorso dell’ospedale di Alzano.
Solo quattro ore di chiusura nonostante l’arrivo dei tamponi dei primi due contagiati ufficiali della Bergamasca.