L’associazione Altroconsumo ha condotto un’indagine nelle strutture private sui costi dei test sierologici, gli esami in grado di rivelare se si è venuti a contatto con il Covid-19 ed il costo varia dai 20 ai 100 euro.
I test sierologici, è bene precisarlo, non consegnano una patente immunitaria, ma servono soltanto a comprendere se in qualche modo si è entrati a contatto con il Covid-19. Il particolare esame, infatti, mira a rilevare la presenza di eventuali anticorpi che l’organismo potrebbe aver sviluppato qualora si sia contratto il virus.
Le Regioni hanno iniziato la somministrazione a campione, per comprendere la percentuale di popolazione che pur, ad esempio, non avendo mostrato sintomi della malattia ne sia stato affetto. Tuttavia vi sono anche laboratori privati in grado di eseguirli e secondo un’indagine di Altroconsumo in essi i prezzi sarebbero altamente variabili. Oscillerebbero, infatti, dai 20 ai 100 euro.
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La ricerca dell’associazione Altroconsumo: il costo medio di un test sierologico
Una ricerca condotta dall’associazione Altroconsumo ha stimato quali sono i costi per effettuare un test sierologico, l’esame che evidenzia la presenza di anticorpi al virus SARS CoV-2 e che, dunque, fa emergere se si è stati positivi nelle precedenti settimane. Questi esami, come ricordato dall’associazione, però, non attribuiscono al paziente la cosiddetta “patente di immunità” e non è necessario farlo, anche perché a livello diagnostico l’unico esame che ha valore è il tampone. L’indagine è stata effettuata prendendo in considerazione 97 laboratori siti in 5 regioni diverse (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lazio). L’associazione per i consumatori ha rilevato che i costi sono altamente variabili e sono compresi tra i 20 ed i 100 euro a seconda del centro a cui ci si rivolge.
Nel dettaglio, come riferisce la stessa associazione sul proprio sito, sono stati contattati 173 centri privati, quelli pubblici sono generalmente assenti, e di questi solo 97 proponevano il test sierologico. In primo luogo quello che è emerso è un’offerta non omogena con il personale che non era sempre in grado di fornire le informazioni sulle analisi e sul tipo di test che venisse effettuato nel laboratorio.
L’indagine nelle strutture: variano anche i tipi di test offerti
Delle 97 strutture, alcune proponevano un esame rapido, effettuando il pungidito, mentre la maggior parte un vero e proprio test quantitativo con il prelievo del sangue. Altri verificano solo la presenza delle immunoglobuline IgG, ossia gli anticorpi che si sviluppano in una fase tardiva della patologia, mentre alcuni quella delle immunoglobuline IgM (i primi anticorpi che in risposta al virus). Infine, come spiega Altroconsumo, alcuni centri propongono entrambe le soluzioni con test rapidi o con prelievo di sangue.
Il costo medio per effettuare l’esame, secondo l’indagine, è di 48 euro in tutte le 5 regioni prese in considerazione, ma in Emilia Romagna vi è un leggero ribasso. La differenza più rilevante è emersa per quanto riguarda i prezzi minimi e massimi. Nel Lazio il costo in alcuni laboratori è di 20 euro, mentre in Veneto può arrivare sino a 97. Per capire quanti di questi centri propongono un test a prezzi elevati, Altroconsumo ha preso come riferimento quelli proposti in Emilia (25 euro per ogni analisi) ed ha considerato opportuno una cifra di 60 euro per un test sierologico che individua la presenza di entrambi gli anticorpi. Seguendo questi parametri si evince che il 20% dei centri propone il test ad un costo più alto, mentre il 17% mantiene una tariffa vicina ai parametri.
Per quanto riguarda quelli rapidi, il prezzo rilevato nei 15 centri che lo propongono varia dai 25 ai quasi 100 euro, con una media di 40, cifra sicuramente più alta di quella di riferimento.
Infine, la ricerca della nota associazione ha rilevato che nelle regioni prese in considerazione le regole ed il percorso per sottoporsi all’esame variano anche quello nel caso in cui si ha esito positivo.
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Altroconsumo ha ribadito che è già stata avviata un’indagine epidemiologica con test gratuiti e facoltativi su un campione di 150mila persone distribuite in 2mila comuni italiani per accertare quante persone abbiano sviluppato gli anticorpi.
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