Sta per scadere il termine ultimo del blocco ai controlli fiscali: l’Agenzia delle Entrate ha individuato un nuovo giorno per la ripresa delle attività
L’emergenza coronavirus ha determinato un blocco totale delle attività lavorative. In assenza di condizioni di sicurezza idonee per far circolare la produzione, molti lavoratori sono passati in modalità cassintegrati.
In un clima poco sereno, generato dalle insorgenze di esercenti e dipendenti, il Governo ha deciso di intervenire, fornendo una boccata di ossigeno con l’emanazione del Decreto Cura Italia. La decisione degli organi parlamentari ha determinato un blocco degli accertamenti fiscali di competenza dell’Agenzia delle Entrate.
Il 31 Maggio sarà l’ultimo giorno prima della ripartenza a pieno ritmo delle operazioni dell’Agenzia delle Entrate. Dal 1 Giugno l’Agenzia verrà sottoposta a circa 8 milioni di casi fiscali, ma il “Decreto Rilancio”, erede del “Cura Italia” è intervenuto nuovamente in “difesa“ del debitore, prolungando le attività di notifica di accertamento nel 2021.
Le sanzioni riguarderanno le attività commerciali che da poco hanno ripreso a lavorare a pieno ritmo. Nonostante ciò non saranno esenti dalle verifiche fiscali dell’Agenzia delle Entrate.
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L’Agenzia delle Entrate sceglie una nuova modalità di controllo ma punta il dito contro gli esercenti
Le attività destinate al commercio di beni materiali saranno monitorate a partire dunque dal 1 Giugno 2020 nonostante le difficoltà di reintegro nel mondo lavorativo. Considerata la magra nel campo delle produzioni da qui alla fine dell’anno risulterà complicato coprire le spettanze di tutti i dipendenti.
In questo contesto perfido per gli esercenti l’intervento dell’Agenzia delle Entrate sarebbe una mazzata senza precedenti. Dopo aver anticipato le spese di sanificazione dei locali e in attesa dei bonus dal Governo, il controllo del fisco o della Guardia di Finanza sugli aspetti economici delle partite IVA getterebbe il team di lavoro nel più totale sconforto.
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Lo scenario più difficile è in fase di restyling e prevede la possibilità per l’Agenzia delle entrate e per la GDF di intervenire tramite smart working per evitare i contatti interpersonali.
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