Il governatore ha annunciato che presto sarà pronta una seconda ordinanza per la fase 2 e il via libera alla ripresa di spettacoli, cinema e discoteche. Al via il 15 giugno
“Stiamo lavorando a una seconda ordinanza che verrà emanata prima del 15 giugno e riguarderà teatri, cinema, discoteche”. È così che il governatore del Veneto, Luca Zaia, si prepara al secondo round vero e proprio della fase 2 nella sua regione.
Lo aveva anticipato in un’intervista al Fatto Quotidiano qualche giorno fa e oggi lo ha confermato. “Stiamo ultimando le linee guida per questi settori, si va quindi verso un’apertura totale se i dati epidemiologici lo confermano” ha detto con decisione il governatore verde nel corso del punto stampa presso la protezione civile a Marghera.
Il Veneto fin da subito, con il suo presidente, si è dimostrato favorevole alle riaperture. Aveva dato il via libera alle spiagge già il 18 maggio, e adesso si prepara per far ripartire la movida, proprio quella che diversi sindaci stanno cercando, invece, di scongiurare.
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Fase 2, Zaia dice la sua sull’importanza delle riaperture
Luca Zaia rimane un profondo sostenitore delle riaperture. Lo ha detto più volte senza giri di parole. E ha spiegato anche il perché dell’importanza della ripresa di alcuni settori.
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“La vita notturna, le discoteche per noi veneti sono fondamentali per l’economia – aveva detto nei giorni scorzi Zaia – Conto di riaprirle il 15 giugno”. La data c’è ed è stata ormai fissata e da qui il governatore non si muove. Se i dati continueranno sulla scia attuale, il Veneto dunque riaprirà discoteche e tutto il circuito degli spettacoli.
Il governatore del Veneto si è mostrato soddisfatto anche dell’annunciata riapertura tra le regioni che, salvo imprevisti degli ultimi minuti, dovrebbe partire mercoledì 3 giugno. “Spero che il governo decida di aprire tutti insieme dal 3 giugno, sarebbe un bel segnale” ha detto.
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Contrario invece resta il presidente della Campania Vincenzo De Luca che ha spiegato anche il perché: “Non si comprende quali siano le ragioni che possano motivare un’apertura generalizzata e la non limitazione della mobilità nemmeno per le zone ancora pesantemente interessate dal contagio”.