Non si fermano le proteste e gli scontri in diverse città degli Stati uniti dopo l’omicidio di George Floyd
Dopo la morte di George Floyd, l’afroamericano deceduto a seguito della violenza subita da un poliziotto, non si placano le proteste in decine di città americane. Gli agenti sono intervenuti sulla folla, che per il presidente Trump è composta da “vandali e anarchici”, con lacrimogeni e proiettili di gomma. Nonostante il poliziotto Derek Chauvin sia stato arrestato per omicidio le proteste non si sono placate in oltre trenta città degli Stati Uniti.
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Le proteste per la morte di George Floyd
Decine di città americane sono state messe a ferro e fuoco dagli scontri che hanno visto fronteggiarsi polizia e manifestanti. A Chicago gli scontri fra agenti e i partecipanti alle proteste sono continuati per tutta la notte con sassi lanciati contro le forze dell’ordine che hanno risposto con l’uso di lacrimogeni ed effettuando diversi arresti. A Los Angeles per disperdere dei manifestanti che avevano attaccato un’autopattuglia dandola alle fiamme, sono stati usati dei proiettili di gomma. A Washington invece, proprio di fronte alla Casa Bianca, si è tenuta per il secondo giorno di seguito una manifestazione pacifica. Ad Atlanta il sindaco ha dichiarato lo stato di emergenza in diverse zone. In alcune città come Minneapolis, Atlanta, Los Angeles, Filadelfia, Portland e Louisville è stato imposto il coprifuoco notturno. Intanto il presidente americano Trump, pur ammettendo che “gli americani si sono riempiti di rabbia, orrore e tristezza” per la morte di George Floyd ha dichiarato di non aver intenzione di permettere che “il controllo della situazione venga assunto da folle rabbiose“.
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Joe Biden, suo prossimo avversario per le presidenziali, ha accusato Trump di aver fomentato gli estremisti e ha chiesto che i responsabili delle morte di Floyd si trovino il prima possibile di fronte alla giustizia.