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Curiosita

App Immuni, esiste già un virus informatico: prestare massima attenzione

All’alba del lancio dell’app Immuni, ci sono già in agguato dei virus che la riguardano: nello specifico si tratta di una finta e-mail.

(Getty Images)

Neanche il tempo di renderla disponibile che l’App Immuni è divenuta l’obbiettivo di malviventi e truffatori. Ed infatti, nonostante si sia ancora all’alba del lancio dell’applicazione, esiste già un ransomware ad essa connessa. Si chiama FuckUnicorn e diffonde un virus che letteralmente prende in ostaggio il dispositivo chiedendo un riscatto per la sua liberazione.

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App Immuni, già esiste un virus ad esso connessa: si chiama FuckUnicorn

app immuni (hwupgrade.it)

Si chiama FuckUnicorn il ransomware collegato all’app Immuni. Si tratta di un e-mail che invita l’utente a cliccare sul link menzognero che trae in inganno richiamando quello ufficiale della Federazione Ordini dei farmacisti italiani (Fofi). Una volta selezionato il collegamento, un virus, riporta la redazione di TgCom24, prenderà possesso del dispositivo e chiederà un vero e proprio riscatto per la sua liberazione.

Il fatto che si tratti di un link non veritiero lo si evince dalla circostanza per cui nel dominio del link la “i” di Fofi è sostituita dalla lettera “l”. Pertanto invece di leggersi Fofi si avrà Fofl. A spiegarlo la Agid-Cert, la struttura governativa che si occupa di sicurezza della rete.

Una volta cliccato sul link fake il virus scaricherà un file denominato “IMMUNI.exe”. Quest’ultimo, eseguito, mostrerà un pannello con i dati relativi all’epidemia da Covid-19. Nel frattempo il malware cifrerà tutto il database del Pc e rinominerà i file, affibbiandogli l’estensione, riporta Tgcom24 “.fuckunicornhtrhrtjrjy”. Al termine mostrerà un messaggio contenente tutte le condizioni del riscatto: si parla del pagamento di 300 euro in bitcoin, la moneta digitale più nota del momento.

Tuttavia quand’anche si provasse a corrispondere la somma per liberare i files, una volta caduti ormai nella rete della truffa, l’indirizzo e-mail indicato nel messaggio di riscatto non risulterebbe valido. Sarebbe dunque impossibile fornire prova ai malviventi di aver inviato il pagamento e quindi ottenere la chiave per liberare i propri files.

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(Niek Verlaan – Pixabay)

SI invita pertanto, e questo vale in ogni caso, a non scaricare file provenienti da indirizzi non certificati. L’app ufficiale di Immuni è ancora in fase di vaglio: quando sarà possibile scaricarla le istituzioni si premureranno di effettuare una campagna informativa per indicare le modalità per installarla.

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