Lorenzo Manenti è una delle vittime più giovani di Coronavirus. La malattia stronca di solito anziani con malattie pregresse. Non è questo il caso dell’uomo
Lorenzo Manenti è morto il 28 maggio scorso. Il Coronavirus lo ha portato via dall’affetto dei suoi cari. Un calvario durato due mesi il suo. Ha iniziato ad avere febbre il 19 marzo ma il medico ritenne che fosse ancora presto per allarmarsi. Viene ricoverato il 27 marzo successivo ad Urbino.
Lorenzo era uno sportivo, andava spesso in mountain bike. Originario di Piandimeleto, impiegato alla ex Mercantini mobili, attuale Moretti Industry. Padre di due figli di 17 e 19 anni, sposato con Cinzia, centralinista nella sua stessa azienda, che ora non sa darsi pace per la morte del marito.
La storia della sua scomparsa viene proprio dal racconto della moglie. Il ricovero avvenne parecchi giorni dopo l’insorgenza dei primi sintomi. Il 25 marzo Lorenzo fece una tac ai polmoni. La polmonite era evidente ma i medici non la ritennero grave e lo rimandarono a casa. La situazione continuò a peggiorare. Dopo il primo ricovero ad Urbino, viene intubato il 1° aprile. Il 17 aprile viene trasferito all’ospedale di Ancona dove poteva respirare tramite l’Ecmo, il meccanismo di ossigenazione extracorporea.
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Il contagio pare sia avvenuto attraverso la madre dello stesso Lorenzo Manenti, morta anche lei di covid19. Aveva 70 anni con malattie pregresse. All’epoca si pensava che la donna avesse solo un’influenza e Lorenzo la andava a trovare munito di mascherina. Tra i parenti solo lui è rimasto contagiato.
Dal 1° aprile purtroppo c’è stata una spirale discendente. Prima il coma farmacologico per settimane, poi la presa di coscienza che non ci sarebbe stato più niente da fare. Il 28 maggio la moglie e i figli lo hanno salutato un’ultima volta da dietro un vetro, poche ore dopo si è spento.
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“Mio marito non aveva nessuna malattia pregressa. Faceva le analisi una volta l’anno” – ha dichiarato Cinzia, la moglie. Lei e i figli si sono messi in quarantena ma non sono stati contagiati. Ha aggiunto: “Io e i miei figli ringraziamo i medici di Urbino e della Rianimazione di Ancona per tutto quello che hanno fatto. Grazie a tutte le persone che partecipano con tanto affetto e commozione al nostro dolore”.
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