L’uomo sta accelerando la cosiddetta sesta estinzione di massa: a dichiararlo degli studiosi che hanno lanciato la campagna Stop Extinction.
L’alterazione del clima sta inesorabilmente portando a quella che viene definita come sesta estinzione di massa. La spregiudicata attività della specie umana, sta infatti conducendo ad un drastico mutamento della biodiversità che questa volta potrebbe vederla coinvolta in prima persona.
Una situazione già di per sé drammatica a cui si aggiunge la circostanza per la quale il processo viene ulteriormente accelerato, sempre dalle mani dell’uomo. A stimarlo un recente studio.
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È l’uomo che si sta autodistruggendo e che sta inesorabilmente accelerando quella che gli studiosi definiscono come sesta estinzione di massa. Una catastrofe che potrebbe portare alla sparizione di numerose specie e che questa volta, rispetto alle precedenti, potrebbe non far andare esente da conseguenze anche la nostra specie.
Secondo un recente studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, riporta Greenme, il tasso di estinzione di alcune specie sarebbe velocizzato, superando non di poco quello che potrebbe essere il naturale decorso. Ed infatti, gli esperti avrebbero individuato un tempo limite per scongiurare il peggio purtroppo molto esiguo, ossia 10 massimo 15 anni.
Il coordinatore dello studio Gerardo Ceballos avrebbe effettuato una valutazione su quante sarebbero le specie a rischio utilizzando i numeri a sua disposizione inerenti quasi 30mila animali tra anfibi, uccelli e mammiferi. Il professore ha rilevato che l’1,7% di essi sarebbero in una condizione critica e della loro specie ne sarebbero rimasti meno di mille esemplari. Per non parlare del fatto che la metà della percentuale rilevata, addirittura, registrerebbe la presenza sul pianeta di poco più di duecento individui.
In sostanza, avrebbe riassunto Ceballos stando a quanto riporta Greenme, nel corso dell’ultimo secolo ogni anno sono andate scomparendo delle specie che in genere si estinguono in cento di anni.
Sempre secondo lo studio, riporta Greenme, l’estinzione di una specie avrà un effetto domino che quindi andrà a ripercuotersi su quella delle altre. Inciderà soprattutto ed in prima battuta su quelle con un numero di individui inferiori ai 5mila esemplari. Se non si attueranno le giuste misure ben cinquecento specie potrebbero scomparire nei prossimi 20 anni avvenire. Stringendo e non di poco i tempi che in condizioni di normalità si sarebbero attesti in 16mila anni.
Una circostanza che inevitabilmente travolgerà anche l’uomo che verrà negativamente colpito dallo stravolgimento della biodiversità del Pianeta. Per il coordinatore dello studio, riporta Greenme, l’estinzione di alcuni animali e l’implosione degli ecosistemi daranno il via ad eventi nefasti che andranno ad incidere sulle politiche economiche nonché su quelle sociali. A ciò si aggiungeranno il dilagare di nuove malattie: un esempio tangibile è quello del coronavirus la cui colpa della diffusione, molti esperti, hanno collegato all’erosione della natura selvaggia ad opera dell’uomo.
Non c’è più molto tempo per intervenire, ma secondo gli esperti non tutto è perduto. In primo luogo per arrestare l’inesorabile declino bisognerebbe stoppare la deforestazione ed in secondo luogo fermare il commercio del mercato nero di animali selvatici. Ci vorrebbe un vero cambio di rotta da parte dell’uomo che dovrebbe iniziare a pensare di meno ai profitti e preservare la natura. Con queste misure, riporta Greenme citando gli esperti, basterebbero già a tamponare.
Importante sarebbe poi, da parte del genere umano, cercare di ridurre le azioni che possano incidere sul drastico cambiamento climatico. Come? Attuando comportamenti responsabili che determino un minore impatto sulla natura.
La questione ambiente dovrà, dunque, essere prioritaria all’interno delle agende governative. Di vitale importanza gli interventi che dovranno essere effettuati a salvaguardia del pianeta. Tramite l’impiego di risorse sostenibili, ad esempio.
Il gruppo di studiosi autore della recente scoperta ha lanciato un’importante iniziativa: Stop Extinction. Tramite di essa gli esperti si rendono disponibili a fornire utili e determinanti consigli ai Governi. Per coadiuvare il loro operato e suggerire strategie utili. Inoltre sarebbero pronti anche a sensibilizzare la popolazione.
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La pandemia da coronavirus deve aver insegnato all’uomo qualcosa. La specie umana non può più continuare ad intromettersi nel corso della Natura. Erosione degli habitat animali, cambiamenti climatici e sprezzo per l’ambiente, non possono più far parte della vita di ognuno.
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