La notizia degli ultimi giorni legata alla comodità del test sierologico mostra le prime ingerenze nascoste. Il paziente non avrebbe alcun diritto di comunicare l’Asl
L’importanza del test sierologico in questo periodo di pandemia da coronavirus divide il pensiero di molti addetti sulla sua efficacia. Nelle ultime ore la sottoposizione all’esame dell’eventuale presenza di anticorpi all’interno dell’organismo umano è diventato un sistema a pagamento.
La possibilità di aver contratto il virus dopo la verifica del paziente non esclude casi di positività in corso. La Stampa interviene denunciando il comportamento in tal caso di alcuni centri privati, specializzati per la realizzazione di test sierologici.
I pazienti che si sottopongono alla puntura si dice possano avere il diritto di scegliere o meno se esternare la propria positività al virus. Un comportamento ingiustificato, guarnito dalla mediazione e dal compiacimento dei medici che offrono questa possibilità al paziente. Tutto ciò avrebbe un senso logico al fine di non ricadere in un nuovo capitolo di quarantena forzata.
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Test sierologici, il sistema insubordinato dei centri privati
Il paziente avrebbe inoltre il diritto di scegliere se sottoporsi al tampone anche in casi fortemente sospetti. Dunque scegliere di firmare o meno il protocollo di intesa con l’Asl nel comunicare la positività al coronavirus.
La Stampa denuncia la becera mentalità egoistica tra medico e paziente, scoprendo realtà mai venute a galla finora. Il risultato del test sierologico infatti sarebbe inviato direttamente presso l’abitazione del paziente.
Il governo ha dato il là alla realizzazione di sistemi ben predisposti per la tutela dei pazienti, iquali in qualità di volontari si sono offerti per verificare lo stato di funzionamento. Una delibera per 150 volontari, pronti a mettersi in discussione per la verifica del contagio da coronavirus.
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Ma se in alcuni centri privati dello stivale si adottano metodi di aggiramento delle norme anticontagio evitando la collaborazione, sarà complicato uscire indenni da una situazione già presa sotto gamba nel recente passato.