Ieri martedì 2 Giugno si è consumata la giornata della Repubblica Italiana, ma vediamo a chi e quanto spettava ai lavoratori in cassintegrazione
L’emergenza coronavirus ha tagliato le gambe ad una quantità industriale di lavoratori. La parziale riapertura delle micro e medio-grandi imprese, ha conosciuto il primo giorno festivo dell’anno dopo la tragica esperienza vissuta in principio dell’anno solare.
Il 2 Giugno è stata la festa della Repubblica del Belpaese ma anche una giornata impegnativa per molti lavoratori che stanno facendo di necessità virtù e sono tutt’ora combattuti nel mantenere o meno aperta la propria attività al pubblico.
Tra dipendenti ed esercenti la mole in percentuale dei cassintegrati è schizzata in alto, ma in occasione della festività di ieri ha determinato delle distinzioni. Per coloro che hanno impegnato la giornata rossa sul calendario, sul posto di lavoro spetta una maggiorazione dal CCNL rispetto all’ordinaria retribuzione.
Per i cassintegrati si è dovuti ricorrere al monte ore impiegato durante la giornata. Una distinzione tra gli appartenenti al C.I.G. a zero ore e quelli ad orario ridotto in merito al giorno sopra indicato. In entrambe le differenze, la cassaintegrazione può essere pagata direttamente dall’INPS o anticipata dal proprio titolare.
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Generalmente non ci è data sapere la somma esatta della retribuzione, che in ogni caso non prevede alcuna integrazione economica per i lavoratori che percepiscono sistematicamente la mensilità.
Se in questo periodo la festività cade nel fine settimana tra sabato e domenica per i lavoratori in cassaintegrazione ordinaria non spetta alcun contributo dall’INPS. Sarà dunque a discrezione del titolare della struttura riconoscere o meno al proprio dipendente il monte ore maggiorato rispetto alla settimana lavorativa di competenza. Stesso discorso dunque per la domenica.
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In questi giorni è stato deciso di prorogare la cassaintegrazione prevista dal decreto Cura italia di almeno altre 2 settimane.
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