Ad aprile si è verificato un crollo dei disoccupati ma a fronte del boom di inattivi, persone cioè che non cercano un’occupazione. Lo rivela il comunicato stampa pubblicato oggi dall‘Istat.
Nel mese di aprile il tasso di disoccupazione è corllato al 6,3% ma non è affatto un dato positivo. Infatti, va letto congiuntamente a quello degli inattivi il cui numero è salito a ben 746mila unità: “Rispetto al mese di marzo 2020, ad aprile si registra una marcata diminuzione dell’occupazione, si rafforza il calo delle persone non occupate in cerca di lavoro già registrato a marzo, con una ulteriore forte crescita dell’inattività” si legge nel comunicato pubblicato oggi da Istat.
La diminuzione della disoccupazione riguarda sia uomini sia donne sia dipendenti sia indipendenti.
Invece “le persone in cerca di lavoro (-23,9% pari a -484mila unità) diminuiscono maggiormente tra le donne (-30,6%, pari a -305mila unità) rispetto agli uomini (-17,4%, pari a -179mila), con un calo in tutte le classi di età”.
L’Istituto fa un confronto tra il trimestre febbraio-aprile 2020 e il precedente (novembre 2019-gennaio 2020) e rivela che l’occupazione risulta in evidente calo (-1,0%, pari a -226mila unità) per entrambe le componenti di genere.
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A diminuire nel trimestre di riferimento sono anche le persone in cerca di occupazione (-20,4% pari a -497mila), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+5,2% pari a +686mila unità).
Anche il raffronto con il mese di aprile 2019 è allarmante: “(-2,1% pari a -497mila unità), verificata per entrambe le componenti di genere, per i dipendenti temporanei (-480mila), per gli autonomi (-192mila) e per tutte le classi d’età, con le uniche eccezioni degli over50 e dei dipendenti permanenti (+175mila)”.
Il tasso di occupazione è sceso di 1,1 punti percentuali.
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Precisa l’Istat che “l’indagine ha risentito degli ostacoli che l’emergenza sanitaria in corso pone alla raccolta dei dati di base”. Per tale ragione “sono state sviluppate azioni correttive che ne hanno contrastato gli effetti statistici negativi e hanno permesso di elaborare e diffondere i dati relativi al mese di aprile 2020”. Ma non vuole nè risulta essere una precisazione rassicurante.
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