Joe Bastianich, distrutti i suoi ristoranti dai manifestanti USA: “Un disastro”

Joe Bastianich investito dalla furia dei protestanti contro la morte di George Floyd. Distrutti i suoi locali a Los Angeles

Joe Bastianich
Joe Bastianich – Foto dal Web

Qualche ora fa Joe Bastianich aveva pubblicato sul suo profilo Instagram personale un’immagine completamente nera per aderire al BlackOut Tuesday come segno di protesta per la morte dell’afroamericano George Floyd avvenuta negli Stati Uniti per mano di un agente di polizia. Come lui in molti si sono mobilitati con questo piccolo gesto di solidarietà, sia tra i nomi noti, sia tra la gente comune.

Negli USA si è levata un’ondata d’indignazione con manifestazioni in tutto il paese per porre finalmente fine ai soprusi e abusi razzisti da parte delle forze dell’ordine. Nonostante il rischio dovuto alla pandemia da Coronavirus, migliaia di persone sono scese in piazza a protestare.

Anche Los Angeles è stata teatro di movimenti per vendicare e non dimenticare George Floyd. Tuttavia in certe situazioni sembra si sia perso il controllo, sfociando in azioni che tutto hanno a che vedere tranne che con le azioni in atto.

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Joe Bastianich: “Se questo è il costo, lo sopporto”

 

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Uno dei ristoranti del popolare imprenditore e personaggio televisivo statunitense Joe Bastianich, infatti, è stato totalmente distrutto dai manifestanti: “Hanno rubato il vino e gli incassi. Hanno spaccato il vetro a mazzate e gettato benzina per bruciare gli interni. Un vero disastro” – ha detto lo stesso proprietario dei locali in questione ( Pizzeria Mozza e Chi Spacca).

Bastianich continua sostenendo il diritto da parte di tutti di poter esprimere la propria opinione, di agire anche con azioni potenti per poter essere ascoltati. Tuttavia si dispiace che una minoranza di persone sfrutti questo momento per saccheggiare e rubare distogliendo il focus dal vero problema. L’indignazione per quello che è successo è grande: “Se il costo per dare giustizia a Floyd è un ristorante bruciato, ok lo sopporto. L’importante è non stare in silenzio, significherebbe essere complici di una situazione insopportabile”.

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La distruzione dei suoi locali avviene anche in un momento tragico. L’attività lavorativa aveva appena ripreso dopo lo stop da quarantena dovuta al Coronavirus: “Eravamo chiusi dal primo di aprile, avevamo appena ricominciato a servire pizze a domicilio con servizio delivery. Ora dobbiamo ricostruire tutto.”

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