Cade sulle scale della Cgil di Palermo ma non le spetta risarcimento

Cade dalle scale della Cgil in via Giovanni Meli a Palermo e riporta un femore rotto e altri danni biologici ma non ha diritto ad alcun risarcimento.

Cade sulle scale della Cgil di Palermo ma non le spetta risarcimento
Cgil Palermo_foto Palermo today)

La caduta di una donna dalle scale della sede di Cgil di via Meli a Palermo fa discutere per il caso giudiziario generatosi.

La donna di 51 anni ha infatti incardinato una causa per il risarcimento del danno nei confronti del sindacato dell’Asp 6, degli ospedali Ingrassia e Buccheri La Ferla, nonché di due medici e le compagnie assicurative, chiedendo 3 milioni.

Tuttavia il Tribunale civile di Palermo ha escluso che vi siano responsabilità da parte di tutti i suddetti soggetti.

Tutto ebbe inizio il 10 marzo del 2005 quando la donna cadde mentre usciva dalla Camera del lavoro “G. Orcel”, riportando una frattura scomposta del femore sinistro dovuta, a suo dire, alle condizioni non ottimali delle scale.

L’azione legale nei confronti dell’azienda sanitaria, degli ospedali e dei medici è invece motivata dal fatto che la donna non ritiene di essere stata adeguatamente curata tant’è che, sebbene siano trascorsi ben 15 anni riporta ancora conseguenze e danni.

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Nessuna responsabilità per la caduta dalle scale della Cgil

Cade sulle scale della Cgil di Palermo ma non le spetta risarcimento
Gradini (foto Pixabay)

La donna però non ha diritto al risarcimento del danno secondo il Tribunale di Palermo e l’impianto defensionale della donna è stato smontato.

Alla luce del procedimento, le scale non risulatno essere particolarmente pericolose, nè malandate o scivolose e per questo motivo non c’è il nesso di causalità richiesto dalla legge perchè i danni che ne sono derivati siano collegati e attribuiti alla responsabilità della Cgil.

Cade sulle scale della Cgil di Palermo ma non le spetta risarcimento
Martello (foto Pixabay)

Al contempo, alcuna responsabilità hanno l’azienda sanitaria, gli ospedali e i medici in quanto alcuna negligenza, imprudenza o imperizia (colpa) in capo a tali soggetti responsabili delle cure prestate alla donna.

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