Per lo studioso di Padova c’è una soglia critica che il virus raggiunge, dopo questo livello la malattia esplode e le persone si ammalano in modo grave
Il virus “clinicamente non c’è più”, la frase di Alberto Zangrillo, direttore di Terapia Intensiva al San Raffaele di Milano è ormai celebre. Da giorni ruota una bufera, mediatica e scientifica, intorno all’esperto e alle sue dichiarazioni. Tantissimi i colleghi ma anche i politici che ne hanno preso le distanze.
Ha detto la sua anche Andrea Crisanti, responsabile del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova. Colui che è considerato il ‘padre’ del modello Veneto in quanto è riuscito a scongiurare il peggio in regione. Lo studioso non crede affatto che il coronavirus sia ora meno aggressivo, anzi. Lo dice a chiare lettere.
Il Covid-19 non ha perso forza, “non ci sono dati per dimostrarlo e dal punto di vista evolutivo non ha senso”. E bene tenere poi a mente, specifica, che “il virus più si replica più tende a diventare aggressivo”.
Il virus è ancora difficile da capire spiega l’esperto: “non comprendiamo perché raggiunta una soglia critica, le persone cominciano ad ammalarsi in modo grave“. E con questo Crisanti intende che quando i casi di infezione sono pochi il virus viaggia quatto quatto, senza provocare grandi scossoni, fino a quando però poi gli infetti non aumentano e le cose degenerano drasticamente.
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“Se il professor Zangrillo fosse andato a Vo’ nella prima settimana di gennaio e avesse visto le persone che magari erano positive al virus avrebbe detto che il virus clinicamente non esisteva. Poi si è visto quello che ha fatto” ha detto senza peli sulla lingua Andrea Crisanti. Questo per sottolineare, ancora una volta, che non bisogna sottovalutare una situazione di calma apparente.
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E di questo si sta indagando anche grazie ai test sierologici che espongono notizie interessanti. “Abbiamo visto che c’è un numero importante di persone che al primo campionamento, del 24-25 febbraio, era negativo al tampone e stava bene e queste persone hanno anticorpi, è emerso che circa il 5 per cento della popolazione di Vo’ Euganeo ha anticorpi contro il virus. Questo ci permette di datare l’entrata del virus a Vo’ Euganeo nella prima-seconda settimana di gennaio”.
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E sempre su questo tipo di analisi afferma che ci si debbano aspettare molte sorprese. Il motivo? Lo dice Crisanti esponendo la sua teoria: “Questo virus per ragioni che ancora non conosciamo si diffonde senza creare malattia finché raggiunge una massa critica di persone che si infettano e a quel punto esplode con tutta la sua violenza, quindi questi casi che ci sono in Italia non vanno sottovalutati”.
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