L’apertura delle frontiere si appresta ad arrivare per alcuni stati. Per altri, invece, come l’Austria ci sono ancora delle indecisioni. L’ipotesi è di dire sì solo alle regioni ‘sane’
Per la fase 3 ci si appresta lentamente alla riapertura delle frontiere tra stati. L’Italia è pronta per accogliere i turisti e diversi altri stati, come la Francia, hanno dato già l’ok all’apertura dei confini. Ci sono, invece, dubbi e indecisioni per i rapporti con l’Austria, territorio vicino e strategico per spostamenti, soprattutto di lavoro.
Il luogo simbolo della suddivisione tra gli stati nel quale si trova al centro l’Anto Adige è il valico del Brennero. Aperto ma non proprio. Come dallo scoppio della pandemia il valico è serrato con controlli strettissimi. Qui tutte le attività restano chiuse: negozi, ristoranti, il grande centro commerciale outlet. Le attività riapriranno a metà mese.
Un primo segnale di riapertura arriva dai voli aerei. Lunedì 22 giugno dopo il lockdown, l’Austrian Airlines effettuerà il primo volo da Vienna a Milano Malpensa.
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Apertura frontiere, tante le richieste di riapertura
Alla frontiera i controlli sono serrati per verificare chi arriva dall’Italia. I poliziotti addetti non hanno notizie sulla riapertura dei confini e lo dichiarano all’Agi. “Controlliamo i documenti, motivazioni di viaggio, chiediamo alle persone dove devono recarsi e per quale motivo. I cittadini tedeschi arrivano dalle seconde case in Italia e possono rientrare in Germania ma senza fermarsi sul territorio austriaco: questa è la normativa” hanno spiegato.
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Se il governo centrale continua con il pugno di ferro, i governatori dei Laender e gli enti commerciali e turistici che confinano con l’Italia spingono invece per la riapertura. Stessa cosa anche da parte dei commercianti sul fronte italiano. Gli albergatori di Jesolo hanno scritto una lettera al presidente austriaco Alexander van der Bellen.
Il governatore carinziano Peter Kaiser, presidente dell’Euregio con Friuli Venezia Giulia e Veneto, ha detto a chiare lettere di essere favorevole ad una “riapertura prima del 15 giugno”.
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I motivi sono presto detti: “Tutti sono dell’opinione che almeno i confini delle regioni immediatamente adiacenti debbano essere aperti anche perche’ l’Italia è il secondo partner commerciale dell’Austria nell’Ue – ha concluso – e le macroregioni alpine sono terre di export”.