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Interviste

10 domande a Piergiorgio Seidita, regista: “Racconto emozioni universali”

Piergiorgio Seidita, giovane regista emergente, racconta il suo percorso creativo in un’intervista speciale a YesLife Magazine

Seidita Piergiorgio

Piergiorgio Seidita nasce a Erice, in Sicilia, classe 1986. Appassionato di cinema, lascia la sua città natale nel 2005 per trasferirsi prima a Firenze e successivamente a Roma per perseguire il suo sogno che lo vede nei panni di regista. Nell’Ottobre 2013 presenta al Roma Fiction Fest la serie “Imperfetti”. Vince nel 2018 il Critics Choice Award con il corto “Motel” al Perth International Festival, in Australia. Vince l’Angelo d’Oro nel maggio 2019. Nel Luglio dello stesso anno vince il Premio Troisi come Regista Emergente.

Salve, Piergiorgio. Lei è un giovane regista, nato in un piccolo centro (Erice) in Sicilia e ha trovato principalmente la sua strada fuori dall’isola, prima a Firenze, poi a Roma. Si è appassionato alla settima arte grazie ad una figura adulta che l’ha guidata: il nonno, fotografo e proiezionista cinematografico. Sembra la storia narrata in Nuovo Cinema Paradiso, venuta alla luce grazie ad un suo illustre predecessore, conterraneo, Giuseppe Tornatore. Cosa ci può raccontare dei suoi inizi? Sente forte ancora il legame con la sua terra? Se si, come traspare ciò nelle sue opere?

Magari avere la fortuna e bravura del grande Tornatore. Speriamo.

Ho sempre avuto la passione per il Cinema, grazie appunto a mio Nonno, che mi faceva vedere un sacco di film, raccontandomi anche piccoli aneddoti che aveva vissuto lui sul campo, tra fotografia e sale cinmatografiche. Mi ha sempre detto di credere nella mia passione, ed io l’ho fatto… partendo da assistente di produzione per piccole produzioni private e poi iniziando a farmi conoscere con le serie web o videoclip, per poi arrivare ai corti che mi hanno portato ai Festival e ai premi importanti. Adesso, manca solo un film, per migliorare il sogno.

Il cinema italiano negli ultimi anni sembrava avesse preso una fase di risalita, sia per sceneggiature più consistenti, più attenzione alla fase direttiva, una qualità più ricercata del “prodotto” preferita all’insulsa quantità. Poi lo stop dovuto al Coronavirus. Concorda con questo pensiero? Entrare nel mondo del cinema nel nostro paese è ancora un privilegio per pochi e per raccomandati?

E’ un tema delicato questo, che sempre più spesso, penso, viene oscurato sempre dall’ipocrisia e dall’omertà… grandi difetti di questo tempo che stiamo vivendo.

Nonostante ciò e nonostante le “voci negative”che spesso ascoltiamo, voglio rimanere fiducioso. Penso che l’obiettivo perfetto non sia l’Arrivare, ma il DURARE. Quindi per farla breve, penso che i raccomandati posso si arrivare, ma non durare. I Pochi invece, sono i migliori, quelli che resistono, magari arrivando un attimo in ritardo, ma duranto per sempre. I veri Artisti insomma.

Tornando a parlare un attimo di Coronavirus, il periodo di lockdown ha decretato una pausa forzata per chi vive di arte e spettacolo. Questo ha messo in luce la precarietà di chi naviga in questo settore e le scarse garanzie lavorative. Come ha influito la situazione su di lei ? Che futuro prevede in tale ambito?

Il Lockdown ha messo in crisi la mia ispirazione in un primo momento, poi in realtà, questi mesi di stop, mi hanno dato la possibilità di ragionare molto su me stesso e sulla mia vita, rivalutare dei rapporti che vivevo quotidianamente, e credo fortemente che tutto ciò abbia fatto bene automaticamente all’ispirazione. Alla fine, noi che facciamo questo lavoro, proviamo a raccontare al meglio la vita, quindi i periodi di riflessione, credo aiutino a dare il meglio.

Il Futuro dell’Arte, lo vedo in salita. Ma è mai stato diversamente? No. Gli Artisti si sono sempre dovuti rimboccar ele maniche per brillare e farsi valere. Quindi credo che sarà l’ennessima battaglia da vincere, purchè si rimanga tutti uniti, sempre.. e non solo nei momenti di difficoltà, ma soprattutto quando le cose ci vanno al meglio.

Leggi anche >>> 10 DOMANDE A STELLA EGITTO: “IL TEATRO È IL MIO PRIMO AMORE”

Piergiorgio Seidita

Ha dei maestri a cui s’ispira, sia italiani che stranieri?

Li cito spesso. Xavier Dolan sicuramente. Il suo modo di raccontare le emozioni, lo trovo ancora tra i migliori. Il Grande Genio Christopher Nolan. Per quanto riguarda gli Italiani, amo Virzì… le sue storie, i suoi personaggi, così crudi e puri. Grande Maestro del Cinema Italiano lui.

Spesso lavora con lo stesso cast. Segno che c’è reciproca fiducia tra regia ed attori. Tuttavia, potendo fare qualche nome, c’è un attore o attrice con cui le piacerebbe lavorare?

Spero intanto che il mio attuale attore preferito, fratello,Francesco Venerando non mi molli mai per strada. (ride) Aspiro a farci diventare la coppia Scorsese/Di Caprio Italiani. Volo alto si, ma finchè le ali funzionano, perché non usarli. Tornando alla domanda: Sono molti gli attori e attrici con cui vorrei lavorare, difficile citarli tutti e magari non essere ripetitivo. Ci provo: Pierfrancesco Favino, Leonardo Di Caprio, Meryl Streep, Thimotee Chalamet, Micaela Ramazzotti. Troppi.

C’è un film che ha visto di cui ha pensato: “Avrei voluto girarlo io.” ?

Anche qui, domandona. Ci riprovo: Titanic, Inception, Moulin Rouge, Gran Torino.

Ha un corto in uscita dal titolo TEO, parteciperà al Premio Troisi 2020? Ci può parlare di questo progetto?

Sono molto legato e fiero di questo mio ultimo progetto. TEO racconta la storia di questo ragazzo, che soffre di tossicodipendenza e che non riesce a trovare pace con se stesso. Rispecchia un po’ tutti noi, le nostre paure e la difficoltà di essere accettati per quello che si è.

Il lavoro di tutto il cast (Francesco Venerando, Claudia Cervelli e Francesco Buonfiglio) è stato straordinario. Per non parlare delle musiche di Andrea Gherardi e Kyle Johnson.

Sono felicissimo che Francesco Venerando riceverà il Premio Troisi come Attore Emergente. Non smetterò mai di ringraziare il Direttore Artistico del Premio, Massimiliano Cavaleri.

Affronta spesso tematiche sociali forti. In TEO per esempio parla di tossicodipendenza, conflitti familiari, depressione che allude a pensieri di suicidio. Che tipo di preparazione c’è dietro per poter raccontare argomenti così delicati?

Cerco sempre di documentarmi sul tema, tramite film o articoli. Ma principalmente, cerco sempre di concentrarmi sulle emozioni da raccontare, che fondamentalmente, sono universali. Parto da quelle che ho vissuto io o che consoco tramite altre persone, e poi magari le collego alla tematica su cui mi sono documentato.

Lei è sceneggiatore e regista. Quale ruolo sente più suo? Pensa che nel suo caso siano interconnessi al punto da non poter far girare a qualcun altro un suo copione o, al contrario, non poter dirigere il lavoro scritto da una terza persona?

Amo dirigere progetti scritti da me. Ma ho avuto la fortuna anche di dirigere progetti non scritti da me e avere ottimi riscontri. Mi hanno insegnato a veder ele emozioni da un’altra prospettiva e ad ascoltare altri colleghi.

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Piergiorgio Seidita Locandina TEO

Piergiorgio Seidita, oltre a TEO che è di pronta uscita, ha altri progetti futuri in cantiere?

TEO uscirà in autunno. Per quanto riguarda i nuovi progetti, mi appresto a tornare sul Set di Due Cortometraggi. “Sogno o son desto” scritto da Matteo Cavuoto e “Non Smetto” che ho scritto con Francesco Venerando. Speriamo bene.

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