Non solo mascherine, Irene Pivetti indagata per riciclaggio: lʼoperazione legata a unʼinchiesta avviata un anno fa su alcune operazioni di import-export
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L’inchiesta avviata circa un anno fa dal pm di Milano Giovanni Tarzia, su due società riconducibili ad Irene Pivetti, di cui una con sede a Milano. Non riguarda il caso delle mascherine senza il marchio Ue. Lʼoperazione si riferisce a unʼinchiesta avviata un anno fa su alcune operazioni di import-export. Secondo i magistrati si tratta di riciclaggio. Ad oggi è indagata per riciclaggio ed è stata perquisita la sua abitazione milanese. La Guardia di Finanza ha effettuato una perquisizione anche nell’altra abitazione di proprietà dell’ex presidente della Camera a Porta Venezia. Nell’inchiesta risultano indagate altre 5 persone. Negli scorsi mesi l’ex esponente della Lega Nord è stata accusata di aver importato dalla Cina mascherine contraffatte. La merce potrebbe essere dissequestrata il 1 luglio.
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Non solo mascherine
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Per effetto del sequestro eseguito dalla Guardia di Finanza, la Procura della Repubblica di Savona aveva aperto una inchiesta sull’importazione di mascherine ritenute contraffatte. Per il 1 luglio è stata fissata l’udienza presso il Tribunale del Riesame. Si deciderà per il dissequestro o meno delle mascherine che sono oggetto dell’indagine giudiziaria. “L’azienda ha acquistato le mascherine dai produttori cinesi nella convinzione che fossero pienamente in regola rispetto alle prescrizioni del mercato europeo e italiano. Non è escluso che, a seguito degli sviluppi processuali, non prenderemo a nostra volta iniziative contro i fornitori cinesi”, aveva affermato l’avvocato Enrico Nan.
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Irene Pivetti si era resa disponibile ai giudici e ha affermato più volte che la sua era stata un’operazione finalizzata ad aiutare il proprio paese. Il suo scopo imprenditoriale è realizzare delle scarpe con il marchio Irene Pivetti.