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Covid-19, la trasmissione più grande avviene negli ospedali: l’esperimento con un altro virus

Secondo un team di ricerca medico-scientifica il Sars-Cov-2 si può diffondere molto più facilmente entrando in contatto con gli oggetti in ospedale: l’esperimento

Ricerca – Unsplash

Molti cittadini hanno trascorso il periodo della pandemia da Covid-19 in preda ai pensieri e ai timori di un possibile contagio. Un team di ricercatori medico-scientifici ha studiato le possibilità di contrazione dell’infezione attraverso le superfici interne alle strutture sanitarie.

Il rischio di contrarre il Sars-Cov-2 si estende chiaramente anche a mezzi pubblici e locali ad alta frequentazione. Ma il luogo più rischioso rimane senz altro l’ospedale. Si pensa al corrimano del letto che ospita il paziente infetto, piuttosto che agli oggetti presenti su una superificie adiacente e costantemente contaminata dal soggetto in cura.

Si è discusso delle manifestazioni influenzali dei pazienti come la più alta possibilità di contrazione del virus. Ma la ricerca pubblicata sul Journal of Hospital Infection smentisce questa ipotesi, prontamente scavalcata dal discorso sulle superfici.

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Le superfici ospedaliere, materiale incriminato nei reparti Covid-19

Ospedale reparto Covid-19

Le supposizioni condotte dal team di ricercatori universitari hanno dato la certezza assoluta su come si sono verificate la maggior parte delle infezioni da Covid-19. L’errore dell’uomo è stato quello di aver trascurato la componente superficie. Quest’ultima è la principale via di trasmissione del virus.

L’esperimento ha dato i suoi frutti a tal proposito, attraverso un’indagine svolta con un virus a DNA, non pericoloso per l’essere umano. I ricercatori hanno posizionato un campione di questo agente virale sulle pareti degli oggetti di un reparto ospitante pazienti infetti. Nel giro di 10 ore dallo stanziamento del materiale da esperimento si è verificata la presenza del virus in almeno 44 punti.

L’unica nota poco dolente dell’esperimento è rappresentata dalla mutazione in componente benigna dopo 5 giorni. Ma l’analisi dello studio è la più chiara espressione di come evitare l’entrata in contatto con gli oggetti in prossimità dello spazio occupato dal paziente.

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Paziente in ospedale (foto dal web)

Lo studio infine sottolinea dunque l’importanza, come già sapevamo, del disinfettarsi e lavarsi spesso le mani con acqua e sapone. Dunque basta davvero questo piccolo gesto per poterlo immediatamente eliminare dalla nostra cute.

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