Al termine della seconda udienza del processo per la morte di Luca Sacchi, genitori hanno affermato che il figlio sapeva che Anastasiya si era cacciata in un guaio.
Prosegue il processo per la morte di Luca Sacchi, il personal trainer di 24 anni ucciso con un colpo di pistola lo scorso ottobre davanti ad un pub di Roma. Ieri si è tenuta la seconda udienza del dibattimento che vede alla sbarra cinque imputati accusati a vario titolo, tra cui la fidanzata del 24enne che era presente in aula. Al termine del dibattimento, i genitori di Luca lasciando Piazzale Clodio hanno rilasciato alcune dichiarazioni sulla vicenda, affermando che il figlio probabilmente si era recato sul luogo dove stato ucciso per proteggere la fidanzata sapendo che si fosse cacciata in un brutto guaio.
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Si è tenuta nella giornata di ieri, martedì 9 giugno, la seconda udienza del processo per la morte di Luca Sacchi, il giovane personal trainer ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti ad un pub di Roma nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre scorso. Il processo vede come imputati cinque persone a vario titolo nella vicenda: la fidanzata di Luca, Anastasiya, accusata di violazione della legge sugli stupefacenti, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, accusati di essere gli autori materiali dell’aggressione, Marcello De Propris, che avrebbe fornito l’arma del delitto, e suo padre Armando, accusato della detenzione della pistola. Giovanni Princi, ex compagno di classe di Luca, accusato di violazione della legge sulla droga, ha scelto di accedere al rito abbreviato ed il pm lo scorso 28 maggio ha chiesto una condanna a 6 anni e 4 mesi.
Anastasiya, che è anche parte civile nella vicenda per essere stata vittima dell’aggressione davanti al pub a Colli Albani, ieri è tornata in aula. All’udienza davanti alla Prima Corte d’Assise anche le difese dei quattro imputati che hanno presentato una serie di eccezioni preliminari. Nel dettaglio, come riporta Repubblica, quest’ultime sono state presentate sulla nullità del decreto che dispone il giudizio immediato e sulla legittimità costituzionale del rito abbreviato, non concesso dal gup, e l’ergastolo.
Al termine dell’udienza, tenutasi a porte chiuse, i genitori di Luca hanno commentato: “Luca sapeva -riporta Repubblica– ma non tutto. Sapeva che la fidanzata si era cacciata in qualche brutto guaio e si era recato lì per proteggerla, come faceva sempre“. I genitori hanno poi proseguito affermando che, a loro avviso, il figlio era andato quella sera davanti al pub per tirare fuori dai guai Anastasiya e non per la trattativa di droga, ma purtroppo non c’è riuscito.
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