Pordenone, nasce un nuovo accordo tra i bar. Di cosa si tratta

A Pordenone si rinasce, ma con un accordo segreto. I bar hanno trovato un compromesso tra la movida e le nuove modalità di lavoro

bar pordenone
movida (getty images)

Dopo la stretta sono tante le cose cambiate. Si esce ma sempre con un pizzico di paura, quella che ci ha lasciato il covid-19, un nemico apparentemente invisibile che in realtà così non è. I negozi hanno tirato su le saracinesche ed hanno iniziato una nuova fase, quella della rinascita. Ma con quali modalità? Se per le attività di abbigliamento o palestre, ci sono difficoltà sì, ma si riescono ad adottare le misure di sicurezza, la cosa è diversa per i ristoranti e i bar che ogni weekend si trovano a dover limitare gli accessi e quindi anche gli incassi.

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Pordenone, l’accordo tra i bar

bar pordenone
movida (getty images)

Per adesso anche se ci apprestiamo a tornare alla normalità, niente è come prima. Ognuno cerca di adottare le linee guida dichiarate dal governo, ma la questione è molto più complicata di quello che sembra. Nel weekend, nonostante la paura, si riaccende la movida tra i giovani, rimasti in casa per troppo tempo. Bar e locali vari spesso non riescono a controllare la situazione, che a volta sfugge di mano ai proprietari. Così a Pordenone è stato preso un accordo “segreto” tra i baristi, non ha nulla di scritto ma pare che funzioni: quando si fa tardi, e la clientela diventa sempre più difficile da controllare anche a causa di qualche drink di troppo, si mette in moto un tam-tam tra colleghi. Il primo bar sceglie di chiudere e di salutare i clienti, rimandandoli al giorno dopo. E lo stesso, a catena, fanno gli altri. In questo modo ci si dà un limite.

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bar pordenone
bar (getty images)

Il problema più grande riguarda i ristoratori. “A Pordenone – ha spiegato lo chef Carlo Nappo – manca totalmente la clientela business e tutti ce ne siamo accorti. Le attività sono ripartite – continua – ma le persone lavorano perlopiù da casa e le aziende non ricevono colleghi da altri luoghi d’Italia. A pranzo siamo quasi totalmente fermi”.

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