Alba Parietti in lacrime, la confessione che nessuno si aspettava

Alba Parietti, la verità sul legame con Ezio Bosso

 

 

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Ci siamo detti tante cose, ho passato giornate intere a piangere guardando il soffitto pensando a quanto fosse tragico il suo destino e volevo convincermi che non fosse così. Di lui amavo più i difetti che i pregi perché erano la sua forza, come quella capacità che molti avranno sperimentato su piani diversi di sedurti e lasciarti senza fiato e senza speranza. Questa era la sua magìa, con un tocco di bacchetta ti faceva avvicinare e con un altro ti teneva lontano, era anche il suo modo di proteggere i rapporti, di tenerli sospesi, di non definirli. Gli ultimi concerti di Ezio li faceva quasi solo dirigendo e il più bello è stato quello delle “dodici stanze” dove raccontava il rapporto fra la vita e la morte. Diceva che, secondo una teoria antica, la vita di ogni uomo è composta di dodici stanze, in ciascuna lasciamo qualcosa di noi e di tutte ci ricorderemo quando entreremo nell’ultima. Non possiamo ricordare la prima, quella in cui siamo nati, la rivedremo solo quando entreremo nell’ultima, dove tutto finisce e tutto ricomincia. E allora mi piace immaginare Ezio come un eterno ragazzo, con quel sorriso e gli occhi curiosi di un bambino, che ci ha lasciato troppo presto, senza avvisarci, lasciando solo “pioggia nei nostri occhi scuri”.Testo raccolto da @vapalm per Chi

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Un legame tra Alba Parietti e Azio Bosso che continua ancora oggi, nonostante lui non ci sia più fisicamente. “È la cosa di cui ho avuto sempre pudore, una persona speciale – ha detto la Parietti -. Chi ha conosciuto Ezio sa che i rapporti con lui erano molto complessi, averlo conosciuto è stata una delle cose più importanti della mia vita”.

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E poi ancora avanti con le confessioni a cuore aperto: “Il rapporto tra me e lui era molto profondo, di profonda amicizia, non era facile, era angelo e diavolo come lo siamo tutti noi ed era geniale, un artista geniale. Solo questo voglio raccontare di lui”.

Insomma una grande e importante presenza per la showgirl che non ha trattenuto le lacrime nel ricordo del suo grande amico. Ultimamente non si vedevano molto, ha svelato Alba, ma i loro rapporti erano sempre intensi: “ci sentivamo e ci scrivevamo”.

E’ stato uno dei più grossi regali che la vita mi abbia fatto – ha confessato a Diaco – Tutto il resto sono pettegolezzi che non mi riguardano, le persone si devono vergognare”, ha tuonato.

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Ho avuto il privilegio di conoscere Ezio Bosso, un uomo di grande carisma e fascino. Un artista talmente intrigante che avrebbe potuto essere il più bel romanzo di Oscar Wilde. Non ho mai creduto che la vita di Ezio potesse finire così presto e non l’ho mai visto come una persona fragile o malata: dopo cinque minuti passati con lui ti convincevi che i malati fossero tutti gli altri. Perché Ezio sapeva sdrammatizzare a sapeva portarti immediatamente lontano dal pensiero della sua condizione. Non amava farsi commiserare, aveva alcune durezze nel carattere che oggi suonano come una forma di difesa, per sé e per gli altri. Sapeva che, chi si fosse affezionato a lui, avrebbe sofferto. Bosso era fragile fisicamente ma fortissimo di carattere, era un uomo che metteva in dubbio ogni tua certezza, conoscerlo è stato un dono raro. Perché parlo di lui? Perché sono abituata a manifestare i miei stati d’animo e perché voglio rendere omaggio a una persona che ha lasciato un segno nella mia vita e anche in quella di chi non lo conosceva. Voglio che il mio sia un omaggio sincero, scevro da qualunque lettura maliziosa. Avevo conosciuto Ezio Bosso molti anni fa e lo avevo rivisto a Sanremo nel 2016, l’anno in cui fu ospite di Carlo Conti e, come tutti gli italiani, rimasi folgorata dalle sue parole e dalla sua musica, fu come un’apparizione. Da allora ho avuto l’occasione di frequentarlo, conoscerlo meglio, di andare ai suoi concerti. Di lui ho amato la sua anima geniale, il suo carattere deciso e la sua intelligenza raffinata, la sua capacità di decidere la trama dei propri rapporti, di guidare lui le danze. Ezio non era in balia degli altri, casomai, purtroppo, era in balia della sua malattia e per questo non voleva sentirsi compatito o suscitare tenerezza. Aveva grande fascino, qualsiasi donna, ma direi qualsiasi essere umano, conoscendolo, non poteva che innamorarsi della sua personalità istrionica. Mi ha sempre dato fastidio quando lo descrivevano come uno che “commuove” perché in questo termine c’è anche un sentimento legato alla sua condizione, mentre lui sapeva ammaliarti, portarti in un altro mondo, sentire un suo concerto era una cosa che ti faceva volare ( Chi)

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“Ancora non ho realizzato la sua morte – ha concluso commossa – mi sembra strano che oggi alla fine della trasmissione lui non mi chiamerà”. Commozione in studio.

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