Quello del bruciore al pene, chiamato in gergo medico ‘penodinia’, è una condizione fastidiosa ed a volte anche oltremodo dolorosa. Cosa c’è da sapere
La penodinia o bruciore al pene è una patologia della quale soffrono molti uomini. In realtà sarebbe più corretto definire il tutto un sintomo spesso della presenza di malattie veneree di diverso tipo. Oppure anche di fenomeni di natura infiammatoria come postite, balanite uretrite, balanopostite, morbo di la Peyronie o altro.
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Il bruciore al pene può essere indotto anche dal contatto con dei particolari tipi di tessuto, e addirittura poi questo può comportare delle ripercussioni spiacevoli anche nella sfera dei rapporti intimi. Una cosa capace di apportare del dolore eccessivo da sopportare. Per gli andrologi quindi ci sono malattie dermatologiche ma anche neurologiche alla base della penodinia. Neurologiche perché ad esempio pure una eccessiva sensibilità dei recettori nell’organo possono provocare. Cosa che può presto trasformare i segnali sensitivi in dolore, in particolare nel caso del passaggio di fluidi nell’uretra.
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Bruciore al pene, come si può curare
Le problematiche in queste situazioni spesso interessano quelle che sono le fibre anteriori del nervo pudendo o il nervo genitofemorale. Come si cura questa situazione? Le terapie consigliate richiedono l’assunzione di farmaci specifici. I più efficaci sono Amitriptilina Cloridrato e Clonazepam oltre a nutraceutici come il Palmitoiletanolamide. quest’ultimo è una molecola che è capace di fare diminuire l’iperattività dei recettori e di conseguenza anche il dolore avvertito. Invece nei casi di schiacciamento meccanico del nervo serve per forza di cose un consulto da un osteopata.
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