L’uomo sospettato di essere coinvolto nella sparizione della piccola Maddie McCann non vorrebbe collaborare con le autorità.
Il caso di Maddie McCann è ancora un giallo avvolto nel mistero. Della piccola, ad oltre 13 anni di distanza dalla sua sparizione avvenuta in Portogallo nel 2007, non è stata rinvenuta alcuna traccia. L’operazione Grange, così ribattezzata da Scotland Yard, costata ad oggi oltre 12 milioni di sterline non ha infatti ottenuto alcun riscontro.
Di recente però la clamorosa svolta. Durante la trasmissione Chi l’ha visto? è giunta la notizia che un uomo, un pluripregiudicato tedesco, era stato accusato del rapimento e dell’omicidio della piccola Maddie. Oggi, il suo avvocato, fa sapere che il suo assistito non ha intenzione di collaborare con gli inquirenti.
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Maddie McCann, il sospettato non vuole collaborare con gli inquirenti
Sarebbe reticente e non avrebbe intenzione di collaborare con la polizia il sospettato del rapimento e dell’uccisione della piccola Maddie McCann. L’uomo, pluripregiudicato di origine tedesca, avrebbe quindi deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, diremmo in Italia. A renderlo noto il suo difensore, il quale avrebbe riferito all’emittente n-tv che il suo assistito non ha fornito, al momento, nessuna informazione sui fatti per cui al momento risulta sospettato.
Si ricorda che l’uomo, ad oggi, si trova recluso in un carcere tedesco per altri crimini che avrebbe commesso.
Le recenti testimonianze che collegano il sospettato al caso
Di recente alcuni nuovi testimoni si sarebbero fatti avanti, rispondendo agli appelli di Scotland Yard. Il primo di questi avrebbe riferito di aver visto la piccola Maddie, poche settimane dopo la sua scomparsa, a bordo di un furgone in Spagna. Il veicolo, un Volkswagen, sarebbe simile a quello posseduto dall’uomo adesso sospettato. Il presunto avvistamento sarebbe avvenuto ad Alcossebre il 28 maggio 2007.
La seconda, invece, sarebbe un’ex dipendente del pluripregiudicato tedesco. La donna avrebbe sentito proferire parole inquietanti al suo allora datore di lavoro: “Adesso la bambina è morta e basta. Si può far scomparire rapidamente un cadavere, anche i maiali mangiano carne umana!“.
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La nuova testimone ha lavorato tra il 2012 ed il 2014 nel chiosco che gestiva il 43enne a Braunschweig, e le inquietanti parole le avrebbe colte mentre l’uomo parlava con amici e dipendenti. Nel corso della conversazione, aggiunge la testimone, il 43enne sarebbe andato in escandescenza ed avrebbe chiosato con quelle raggelanti rivelazioni.
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